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La riflessione di Francesco Pugliese, Ceo Conad

Gdo post-lockdown: 'Non lasciamo che il Coronavirus ora diventi un alibi'

"Non lasciamo che il Coronavirus ora diventi un alibi. Finalmente questa crisi ha girato lo sguardo di tutti verso il futuro. Ma non dimentichiamoci cosa, fino a tre mesi fa, ha frenato il progresso. Approfittiamo dell'occasione anche per fare autocritica e mettiamoci in testa che, vinta la battaglia del Covid-19, ci sarà quella per uscire da una crisi senza precedenti. E che non se ne esce infilando la testa sotto la sabbia". Così Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, dichiara attraverso il suo account LinkedIn.

La chiave di tutto è assumersi delle responsabilità. "Ce lo aspettiamo dal governo e dall'Europa, ma riguarda tutti noi. Non abbiamo diritto di critica, se nel nostro piccolo non facciamo nulla di utile. Noi della Grande distribuzione organizzata siamo stati chiamati a metterci in sicurezza a tempo zero. Ora dobbiamo rivedere i nostri progetti per il futuro. Perché non è che un bel domani leviamo barriere e limiti d'ingresso e via, si torna come prima. Qua cambia tutto, e chi non se ne rende conto, rischia di pagarla cara".

"Penso agli ipermercati – spiega Pugliese – Noi di Conad stiamo lavorando per dare un futuro a quelli ex-Auchan, ma adesso è chiaro a tutti che le grandi superfici di vendita alimentari non stanno più in piedi. Gli Iper reggono se puoi riempirli di gente. Impossibile, ora che le persone non vogliono più allontanarsi da casa ed evitano gli assembramenti".

Per quanto riguarda gli Iper ex Auchan, già da prima della pandemia si era iniziato a trasformarli in Spazio Conad, riducendo le metrature e mettendoci attorno nuovi servizi utili. "Il progetto che c'è attorno va aggiornato di sicuro, ma è una bella base di partenza. E dico di più: potrebbe essere la chiave per salvarli, quegli Iper. Già erano in perdita prima, non sono sicuro che sarebbero sopravvissuti al lockdown. Almeno così diamo loro una possibilità, il che non è poco, di questi tempi".

Se Conad può permettersi un progetto così ambizioso, è anche perché nella prossimità, quella che al contrario ora funziona, ha sempre creduto. "Parlo dei nostri punti vendita nei piccoli comuni, quelle saracinesche che vengono tirate su dai nostri soci più periferici sulle mappe, ma che sono al centro della nostra organizzazione – sottolinea Pugliese – Vorrei risentire ora tutti quelli che mi dicevano che quei piccoli negozi in aree meno popolose rendevano meno, che i veri soldi giravano altrove".

Passerà la Fase 2 e finirà il Coronavirus. Ci sono cose che torneranno e altre che non torneranno più. "Ciò che per noi di Conad non è cambiato e non cambierà è il valore di fondo: essere dove serviamo, dove ci sono le comunità, anche le più piccole. Costruire per durare nel tempo, anche con il rischio di rendere meno nel breve periodo. Ce ne assumiamo la responsabilità", conclude l'amministratore delegato.