Mentre gli agricoltori possono lasciare la maggior parte delle patate novelle nei campi, a causa della sovrapproduzione, l'Associazione ucraina di produttori di patate (UAPK) - attraverso il direttore esecutivo Oksana Ruzhenkova - ha comunicato che Francia, Belgio e Paesi Bassi hanno esportato per la prima volta patate in Ucraina, per l’impossibilità, in quarantena, di venderle attraverso i canali tradizionali.
"Quest'anno, per la prima volta in 29 anni, e forse anche in epoca sovietica, le patate provenienti non solo dal Belgio e dai Paesi Bassi, ma anche dalla Francia, sono comparse sugli scaffali dei supermercati. Hanno bloccato tutti gli impianti per la produzione di patatine fritte. Le principali strutture di trasformazione in Europa si trovano in questi Paesi - oltre 20 impianti che hanno fornito McDonald's in tutta l'Eurasia e l'intero sistema HoReCa", ha affermato.
Gli Stati dell'Europa occidentale hanno consegnato patatine fritte anche alle aree ricreative di Egitto, Turchia e Israele.
Il direttore esecutivo dell’Associazione dei produttori di patate ucraini (UAPK) teme che sia il commerciante sia il supermercato e l'acquirente possano essere ingannati nella scelta di un prodotto, poiché queste patate sembrano belle, si conservano a lungo, ma sono adatte solo per la frittura.
Secondo la Ruzhenkova, i supermercati che venderanno le patate provenienti da Francia, Belgio e Paesi Bassi potrebbero non indicare il Paese di origine, e il prezzo non si discosterà dal costo delle altre patate della gamma.
Inoltre, Ruzhenkova ha osservato che, al momento, esiste una certa carenza di patate nei supermercati, poiché lo scorso anno le colture sono state danneggiate dalla siccità e persino i produttori industriali, con un normale volume delle colture, non sono riusciti a pareggiare il loro disavanzo.
En.potatosystem.ru ha riferito che, inoltre, all'inizio di aprile l'Ucraina non aveva una scorta di patate di alta qualità (mancanza di terra sulle patate, scarti del 5% per lotto, sezioni di 50 mm di diametro al taglio) , che, alla fine, ha aumentato le forniture dalla Bielorussia e dalla Russia, dove l'industria è sovvenzionata e lo Stato rimborsa gli agricoltori nella costruzione di strutture di stoccaggio, sementi e gasolio del 50, 75 e persino 100%, a seconda del distretto federale.