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La situazione in India, tra necessita' di approvvigionamenti e costi di trasporto troppo alti

Con l'India in lockdown, il commercio è diventato più difficile. Nonostante quello alimentare sia classificato come un servizio essenziale, non vi è alcuna garanzia che gli esportatori di frutta e verdura siano effettivamente in grado di continuare il loro lavoro. Oltre al fatto che il distanziamento sociale è difficile da mettere in pratica in un impianto di imballaggio, le tariffe di trasporto sono arrivate alle stelle. Un esportatore ha dovuto interrompere tutte le attività nel suo stabilimento, subendo pesanti conseguenze, almeno finché il coprifuoco non sarà eliminato.

E' passata quasi una settimana da quando l'India è in blockdown e, come previsto, il commercio ha subito un duro colpo. All'inizio, non era sicuro che le esportazioni alimentari rientrassero nel blocco, ma secondo l’amministratore delegato della Kay Bee Exports, Kaushal Khakhar, il governo ha chiarito che il commercio di generi alimentari è un servizio essenziale e quindi può operare, con le dovute precauzioni.

"Le nostre attività possono proseguire, ma questo è difficile quando il governo sottolinea l'importanza del distanziamento sociale. In azienda, non è una raccomandazione difficile da seguire, poiché c'è molto spazio fra i lavoratori. Negli impianti, tuttavia, risulta molto più difficile".

Nonostante il governo indiano abbia cercato di mantenere il flusso commerciale, con minori restrizioni sul commercio alimentare, la Kay Bee ha dovuto decidere di interrompere le attività nell'impianto di confezionamento: "I problemi di distanziamento sociale non sono la ragione per cui abbiamo deciso di chiudere le attività nell'impianto. La vera ragione è l'aumento del costo di trasporto, tre o quattro volte più alto di prima.

"Questo è molto difficile da sostenere per qualsiasi cliente, quindi abbiamo deciso che per ora non è più possibile continuare a confezionare i prodotti. Così, abbiamo dovuto bloccare le attività nel magazzino, a causa di questi alti costi di trasporto delle merci, nonostante il governo consenta al commercio alimentare di continuare. Abbiamo una notevole quantità di prodotti destinati al mercato interno, quindi esamineremo sicuramente eventuali opzioni nell'ambito domestico. Alcuni prodotti non sono adatti al mercato indiano, e in questi casi subiremo delle perdite. Le colture che stanno subendo il colpo più duro, in questo momento, sono le verdure, come i germogli di mais", spiega Khakhar.

Khakhar sa che il lockdown non durerà per sempre e fa quello che può per garantire che gli affari possano riprendere, una volta che il blocco sarà revocato: "Il nostro obiettivo più importante, in questo momento, è garantire che i cicli dell'impianto riprendano normalmente: non devono essere interrotti. Stiamo lavorando partendo dal presupposto che il blocco terminerà tra circa due settimane da adesso, e da quel momento speriamo che gli affari tornino alla normalità. Naturalmente, i costi di trasporto saranno più alti di prima, ma si spera rimangano sostenibili. Se il blocco dovesse prolungarsi, le sfide da affrontare saranno sempre più difficili. Tuttavia, se il governo dovesse decidere che è necessario per la sicurezza del popolo indiano, ovviamente noi sosterremo questa decisione".

Esportare mango negli Stati Uniti, in Corea del Sud e in Giappone sarebbe un'opzione, ma a causa del protocollo attuale, in base al quale un funzionario del Paese importatore deve controllare la spedizione prima del trasporto, è attualmente impossibile: "Stiamo chiedendo a questi Paesi, attraverso le Agenzie governative indiane, di modificare l'attuale protocollo, che prevede che i prodotti indiani debbano essere ispezionati da un ispettore giapponese o sudcoreano. Questo è impossibile, nella situazione attuale. Pensiamo che la soluzione sarebbe quella di far controllare i prodotti da un funzionario indiano prima del trasporto, e quindi effettuare un'altra ispezione all'arrivo della merce, nei rispettivi porti giapponesi o sudcoreani. Ciò garantirebbe che il commercio di generi alimentari possa continuare come di consueto, pur mantenendo ispezioni su entrambi i versanti degli scambi commerciali", conclude Khakhar.

Per maggiori informazioni:
Kaushal Khakhar
Kay Bee Exports
Tel: +91 98 7040 5667
Email: Kaushal@kaybeeexports.com 
www.kaybeeexports.com  

Data di pubblicazione: