"I piccoli frutti meritano di essere valorizzati con un marchio che ne garantisca la qualità, la filiera e quindi la tracciabilità: per questo, dal mese di febbraio lanceremo un brand dedicato". Lo ha affermato Maurizio Cristoni, buyer di Conad, durante il convegno "Fragole e berries, produzione, mercato e prospettive future" svoltosi a Policoro (Matera) il 16 gennaio 2020 (cfr. FreshPlaza del 17/01/20).
"Noi acquistiamo piccoli frutti - ha esordito Cristoni - per un importo di circa 9 milioni l'anno, mentre di fragole ne acquistiamo 23 milioni di euro su un totale di ortofrutta acquistato pari a 831 milioni di euro. Il brand dedicato al segmento berries garantirà anche la filiera etica e tutti gli standard di sicurezza".
Ma qual è il prodotto ideale per Conad? Cristoni è stato molto chiaro: "Deve essere non solo buono, ma con una spiccata shelf life e resistenza alle manipolazioni. Ed essere presente per un calendario lungo. A noi non interessano tante varietà concentrate in un unico periodo, ma poche e che coprano un ampio calendario".
Maurizio Cristoni
Altro fattore indispensabile sono gli standard di sicurezza, che devono essere più restrittivi rispetto a quanto prescritto dalla legge. Un aspetto richiesto praticamente da tutte le catene della GDO e che molto spesso mette in difficoltà il mondo produttivo.
La nuova marca di Conad dedicata ai berries prevede, per ora, le confezioni da 125 grammi. Lo scorso anno le vendite dei piccoli frutti, per Conad, sono aumentate del 17%, contro una media generale del 13%.
"L'85% delle nostre fragole è di origine italiana - ha concluso il buyer - contro una media del 70% delle varie catene della GDO. Ciò non toglie che, anche il 15% rimanente, è sottoposto a severi controlli al pari del prodotto italiano. Dall'estero arrivano fragole quando le forniture italiane non sono sufficienti".