Un'annata da dimenticare per la produzione di marroni e castagne nell'Appennino emiliano romagnolo compreso fra Valsamoggia e Valle del Senio. Ma le cose non sono molto migliori a Modena, Reggio Emilia e Parma. Lo conferma Renzo Panzacchi, presidente dei castanicoltori dell'Appennino Bolognese.
"Dal punto di vista produttivo - dice Panzacchi - la situazione è drammatica, con cali produttivi che vanno dal 60 al 70% nell'Appennino Bolognese. A Castel del Rio, zona di produzione del famoso marrone, il calo è ancora più marcato, fino al 90%".
Le cause sono presto dette. Di certo c'è stata una concomitanza di fattori negativi: prima di tutto il clima di maggio, con ritorni di freddo, gelo e neve in Appennino che hanno ostacolato l'impollinazione. Inoltre, essendoci pochi ricci, l'incidenza degli insetti è stata molto maggiore rispetto al normale.
"I prezzi sono alti, molto alti, come mai si erano visti - precisa - anche se non vanno minimamente a compensare la PLV mancante. A ogni modo, i marroni di prima scelta sono stati venduti a 10 euro al dettaglio, mentre all'ingrosso, al Caab di Bologna, hanno raggiunto gli 8 euro, infrangendo il precedente record di 6,80 euro/kg".