Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il commento di Eyal Sahar

I peperoni israeliani non competono piu' con quelli spagnoli sul mercato UE

La raccolta dei principali volumi di peperoni quadrati israeliani inizierà nella seconda settimana di novembre, ma la prima è prevista per la prossima settimana.

Eyal Sahar, proprietario della Gilad Desert Produce, afferma: "La prima raccolta fornirà soprattutto il mercato domestico, e di conseguenza quella principale di novembre sarà destinata all'esportazione. In questo momento, i volumi dei peperoni quadrati in Israele sembrano simili allo scorso anno, e probabilmente saranno circa 90.000 tonnellate per l'esportazione, e 40.000-50.000 tonnellate per la distribuzione nazionale. Nello specifico, la nostra azienda produrrà circa 8.000 tonnellate".

In Israele, il meteo è stato perfetto per la produzione di peperoni quadrati, dice Eyal. "Il clima quest'anno non è stato né troppo caldo né troppo freddo, il che è ideale per i peperoni quadrati. Se il clima fosse stato troppo caldo, la raccolta sarebbe iniziata prima, ma quest'anno inizierà puntualmente. Non possiamo ancora prevedere la qualità del prodotto: in questo momento sembrerebbe buona, ma il raccolto potrebbe essere influenzato dagli eventi meteo avversi, che spesso si verificano alla fine di ottobre. L'anno scorso, per colpa del meteo, i nostri peperoni sono rimasti piuttosto piccoli, ma quest'anno le dimensioni sono buone - circa 80+, che sono quelle che ci chiedono i nostri mercati principali, quelli russi e statunitensi", afferma Eyal.

La società esporta circa il 60% del suo prodotto in Russia, il 30% negli Stati Uniti e il rimanente 10% suddiviso fra Europa e Regno Unito. Eyal spiega: "Possiamo esportare negli Stati Uniti a novembre e dicembre, ma la lunghezza della nostra stagione d’esportazione negli Stati Uniti dipende dalla quella messicana - quando il Messico entra sul mercato, la nostra stagione finisce. L'altro nostro mercato principale è la Russia. Israele fornisce peperoni quadrati a tutto il mercato russo, perché la Russia non può importare dall'UE. Questo è anche il motivo per cui per noi è difficile esportare in Europa, perché il mercato è saturo di prodotti europei che non possono essere esportati in Russia".

Sul mercato europeo, la concorrenza maggiore per Israele arriva dalla Spagna. "Gli spagnoli stanno sviluppando programmi di coltivazione con il Regno Unito e la Germania, e anche con altri Paesi. Circa 6-7 anni fa, anche noi avevamo alcuni programmi in Europa, ma ora non più. Questo perché la Spagna non può esportare in Russia, quindi sostanzialmente lascia il mercato russo a noi, e si concentra sul mercato europeo".

L'industria si è trovata ad affrontare alcune difficoltà, negli ultimi anni. In particolare, gli alti costi della manodopera hanno reso difficile per i coltivatori sviluppare profitti accettabili.

"La maggior parte dei nostri braccianti proviene dalla Thailandia o da altri Paesi stranieri, ma dobbiamo ancora pagare loro il salario minimo nazionale, oltre a fornire l'alloggio. Questo vuol dire costi alti, che ricadono sui coltivatori. Abbiamo visto che molti piccoli produttori hanno venduto le loro aziende o sono passati a un raccolto più produttivo, come i datteri Medjoul, perché non ottenevano abbastanza profitti dai loro prodotti".

"Quando abbiamo iniziato, coltivavamo solo il 10% del nostro prodotto, mentre il resto arrivava dai coltivatori con cui lavoravamo. Ora, invece, coltiviamo il 50% del nostro prodotto perché tanti coltivatori hanno lasciato l'azienda. E questa difficile situazione è destinata ad aggravarsi, qui in Israele".

Per maggiori informazioni:
Eyal Sahar
Gilad Desert Produce
Tel: +972 86582515
Email: [email protected] 
www.giladltd.co.il

Data di pubblicazione: