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L'ortofrutta italiana all'urgente ricerca di nuovi mercati: CSO Italy lancia un appello alle istituzioni

Un quadro definito sulla situazione dei principali prodotti ortofrutticoli del made in Italy, una linea netta tracciata tra ciò che era la produzione italiana fino al 2018 e quello che sarà nei prossimi anni se non si trovano immediatamente soluzioni per sbloccare la situazione di stallo relativa all'apertura dei nuovi mercati. 

CSO Italy, con la chiarezza dei numeri, ha presentato in un convegno durante Macfrut - cui hanno preso parte le principali istituzioni e organizzazioni del settore - il quadro di una situazione allarmante.

Tra stagnazione dei consumi interni, embargo russo e disordini in Nord Africa, non solo gli sbocchi commerciali per le produzioni frutticole italiane - e parliamo di quelle più forti come kiwi, mele, pere, uva da tavola e agrumi - si sono drasticamente ridotte; al contempo, il riversarsi sul mercato UE degli ingenti volumi di analoghi prodotti un tempo inviati in Russia da parte di Polonia, Spagna o Grecia ha comportato una competizione insostenibile.

"Tutti i paesi produttori cercano di aumentare le quote sul mercato europeo, soprattutto dopo l'embargo russo, ma non solo – dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO Italy - Belgio e Paesi Bassi, ad esempio, nel 2000 producevano 320.000 tonnellate di pere; oggi ne producono oltre 700.000, gli stessi quantitativi dell'Italia, esportati negli stessi mercati. La Polonia ha duplicato le produzione di mele nel giro di pochi anni".

Elisa Macchi, direttore di CSO Italy

"Per il kiwi siamo di fronte a un potenziale produttivo italiano, a pieno regime, di 600.000 tonnellate, ma molti paesi produttori stanno aumentando l'offerta sul mercato interno, in particolare Grecia e Nuova Zelanda. Sul fronte degli agrumi e dell'uva da tavola, produzioni già in forte riduzione, l'Italia sente la forte concorrenza della Spagna" conclude Macchi.

Di fronte a questa situazione l'appello del presidente di CSO Italy Paolo Bruni è chiaro e incisivo: "Siamo a un punto di svolta, in questo momento abbiamo l'evidenza di una contrazione importante dell'export italiano, ma soprattutto stiamo subendo la forte pressione dei nostri principali concorrenti sul mercato interno. E' chiaro che servono nuovi sbocchi, altrimenti non si riuscirà a garantire competitività al nostro prodotto".

Paolo Bruni, presidente di CSO Italy  

"L'Italia – sottolinea Bruni - ha delle carte da giocare: il valore della sua produzione è riconosciuta e siamo i primi al mondo per salubrità ma, senza sbocchi in nuovi mercati, non possiamo crescere. In questo momento servono, più che mai, sinergie con le istituzioni per sbloccare i dossier pronti e come CSO Italy siamo sempre stati da oltre 10 anni siamo sempre stati impegnati tecnicamente sulle barriere fitosanitarie, a supporto delle imprese e delle Istituzioni".

Un nutrito parterre di esperti ha avuto modo di illustrare in dettaglio la situazione per le referenze frutticole di punta dell'Italia. Per le pere ha preso la parola Marco Salvi, presidente di Fruitimprese e grande produttore europeo: "La Cina ha più volte ribadito che vuole trattare un solo prodotto per volta e con ogni singolo stato membro dell'UE. E' pertanto fondamentale accelerare le trattative tra Stato Italiano e Cina per sbloccare la situazione del dossier relativo alle pere, che una condivisione tra i settori produttivi ha reso possibile porre come prossimo step negoziale. Stiamo lavorando anche su altri importanti mercati potenziali per il nostro export, ma dobbiamo fare in fretta perché i nostri competitor sono già arrivati e ci erodono importanti quote di mercato".

Da sinistra: Davide Vernocchi, Marco Salvi e Salvo Laudani

Sul tema degli scambi commerciali interviene il Coordinatore Ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Davide Vernocchi, ponendo in particolare l'attenzione sull'annosa questione dell'export del kiwi in Giappone per il quale, nonostante l'incessante lavoro che dura ormai da anni, non c'è ancora l'atteso via libera per le aziende italiane. "Proprio oggi, in concomitanza con il nostro incontro – dichiara Vernocchi - inizia ufficialmente la missione di Alto Livello guidata dal Commissario Europeo all'Agricoltura Hogan a Tokyo che si concluderà il 10 maggio. Anche Alleanza Cooperative partecipa alla missione e discuterà delle problematiche legate all'impossibilità si esportare ortofrutta fresca nel corso degli incontri sia con il commissario Hogan che con il Ministro Gianmarco Centinaio, atteso anche lui in Giappone per una visita ufficiale in programma il 10 maggio, nel corso della quale si occuperà anche del dossier kiwi. Il nostro auspicio è che la doppia missione del Commissario e del Ministro aiutino ad accelerare i tempi".

Sulle mele è intervenuto alla tavola rotonda del convegno organizzato da CSO Italy, Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela. "Sono molteplici – dichiara Dal Piaz - le trattative per autorizzare l'accesso delle nostre mele sui mercati terzi e faccio solo alcuni esempi esplicativi di come, nonostante il grande impegno, poi tutto si blocchi senza una reale motivazione. Abbiamo ben 2 dossier che attendono solo la firma: Taiwan e Vietnam, dove sono già presenti i nostri competitor francesi e polacchi. Fondamentale poi aprire il mercato cinese – dopo le pere - e accelerare l'apertura di Messico e Thailandia".

Per gli agrumi, a illustrare il successo del protocollo per l'export di arance rosse in Cina, ha preso la parola Salvo Laudani, direttore marketing di Oranfrizer, mostrando un video sulle varie fasi delle prime spedizioni: "La produzione agrumicola è in fase di rinnovamento, per le conseguenze legate ai danni provocati dal virus della Tristeza. Oggi chi ha riconvertito ha la strada spianata e dispone di agrumi, soprattutto di nuove cultivar di arance rosse (ma non solo) di eccellenza".

"Le nostre prime spedizioni sono state effettuate con successo e calorosa accoglienza da parte dei nostri acquirenti cinesi. La Cina ha bisogno di sentire l'ufficialità di questi interscambi: per loro è molto importante vedere coinvolte le istituzioni di entrambi i partner. La copertura mediatica fornita all'arrivo delle prime arance rosse siciliane è stata eccezionale, a dimostrazione che un mercato, se affrontato con metodo, esiste e può regalarci soddisfazioni".

"Una riflessione però anche sull'Europa - ha detto Laudani - Deve continuare a occuparsi prevalentemente di importazioni oppure iniziare a occuparsi anche di esportazioni? Deve gestire i rapporti internazionali con criteri di reciprocità o deve solo essere custode del libero mercato interno? E' necessario dare un segnale di cambiamento al Parlamento Europeo".

Per l'uva da tavola, ha preso la parola Andrea Badursi, vice presidente di Italia Ortofrutta, rimarcando come il mondo produttivo sia già pronto per esportare con tutti gli standard richiesti e che non è possibile immaginare di attendere ancora 5 o 6 anni per arrivare ad affrontare, un dossier alla volta, anche la negoziazione sull'uva da tavola. Se le potenzialità di mercati come il Sud Est Asiatico e nello specifico la Cina sono enormi, qui però l'Italia viene superata in velocità da altri Paesi, come la Spagna, che gli accordi li hanno già siglati. "Quando arriveremo noi, sarà sempre troppo tardi", nota Badursi.

I relatori del convegno

A chiudere la carrellata di informazioni tecniche preziose per avere un quadro chiaro e completo della situazione non poteva mancare la logistica, tassello fondamentale e indispensabile per l'export con l'intervento di Riccardo Martini, Ad di DCS Tramaco: "Il quadro appena visto non è incoraggiante dal punto di vista della logistica, le compagnie di navigazione privilegiano i porti dei paesi che garantiscono maggiori volumi di carico, soprattutto se si tratta di carichi refrigerati. Le nuove rotazioni di importanti servizi marittimi verso Medio ed Estremo Oriente favoriscono per esempio i porti spagnoli, a danno di quelli italiani. Anche un concorrente agguerrito come la Grecia ha servizi diretti verso Medio ed Estremo Oriente molto più veloci di quelli dall'Italia. Per colmare questo gap logistico è necessario fare sistema aggregando i produttori dei vari distretti frutticoli italiani, per creare la massa critica che a sua volta può creare nuove opportunità logistiche".

Conclude l'assessore Simona Caselli: "La Regione Emilia-Romagna, proprio in una logica di integrazione, ha garantito un forte impegno, a supporto della gestione dei dossier fitosanitari, per gli scambi internazionali. E in questa azione di sostegno anche il presidio dei disciplinari di Produzione Integrata è stato di grande utilità per dimostrare le modalità di controllo delle fitopatie di interesse verso i paesi terzi. E' convinzione che sia necessario passare da una gestione realizzata attraverso accordi bilaterali tra singoli paesi a una negoziazione comunitaria che porti ad accordi europei verso quei paesi. In questo ambito è importante sottolineare come l'Emilia Romagna, nelle sue attività di internazionalizzazione, abbia contribuito a favorire l'attenzione verso le sue produzioni di paesi come Cina, Canada, Stati Uniti e Sud Africa. In questo contesto, risulta infine determinante anche un impegno del mondo produttivo per migliorare la concentrazione commerciale, ma serve anche una logistica adeguata. Se incontriamo difficoltà perfino nei trasporti tra regioni italiane per la chiusura di infrastrutture vitali alla circolazione delle merci, figuriamoci il resto".

Caselli non ha sottaciuto le criticità del momento: "Iniziative quali il blocco delle assunzioni o i prepensionamenti conducono a effetti spesso deleteri per quelli che dovrebbero costituire servizi indispensabili a supporto delle esportazioni. Penso in particolare agli organici degli uffici fitosanitari regionali. Abbiamo bisogno di personale competente e in numero adeguato per imprimere un'accelerazione a questi processi, non di smantellare le risorse".

Un momento della definizione del documento

Al termine del convegno il Presidente Bruni a nome di ACI, Assomela, Fruitimprese, Italia Ortofrutta e CSO Italy ha consegnato al dottor Giuseppe Blasi, capo Dipartimento DIPEISR-MIPAAFT, una richiesta congiunta al Ministero di impegno a mettere in campo tutte le risorse necessarie per avviare e portare a termine in tempi brevi le priorità indicate dal settore riportate nel documento.

Il dottor Blasi si è impegnato a portare il documento all'attenzione del prossimo Tavolo Ortofrutticolo in calendario entro il mese di maggio, per procedere in totale condivisione.

Il documento suddetto e la presentazione dei dati saranno disponibili nei prossimi giorni sul sito di CSO Italy.

Data di pubblicazione: