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Il punto con l'avvocato Gualtiero Roveda

Pratiche sleali: punti di forza e perplessita' sulla nuova direttiva

Secondo le stime della Commissione europea, le pratiche commerciali sleali nel sistema delle relazioni contrattuali tra imprese della filiera agroalimentare causano alle PMI, in ambito UE, perdite tra 2,5 e 8 miliardi di euro all'anno, pari all'1%-2% del loro fatturato.

Per contrastare il fenomeno, il Consiglio UE ha recentemente adottato una direttiva, accolta con grande favore dagli operatori. Vediamo quali sono i suoi aspetti principali con la collaborazione dell'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese.

Freshplaza (FP): Chiariamo un concetto: cosa si intende per pratiche commerciali sleali?
Gualtiero Roveda (GR): Le pratiche commerciali sleali si discostano dalla buona condotta commerciale, sono in contrasto con i principi di buona fede e correttezza e determinano una situazione di squilibrio negoziale a favore del contraente forte. La direttiva in esame considera sleali i ritardi nei pagamenti, le cancellazioni unilaterali tardive o le modifiche retroattive degli ordini; il rifiuto dell'acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore; l'uso improprio di informazioni riservate. Sono anche vietate le minacce di ritorsione contro i fornitori che vogliono presentare reclami.

Gli acquirenti non potranno più richiedere ai fornitori sconti per il deterioramento o la perdita dei prodotti avvenuta nella propria sede, a meno che ciò non sia diretta responsabilità di questi ultimi. Altre pratiche, quali la restituzione dei prodotti invenduti al fornitore senza pagarli, l'obbligo per i fornitori di pagare per la pubblicità dei prodotti, l'addebito ai fornitori per lo stoccaggio o la quotazione dei prodotti, o l'imposizione di costi, di sconti al fornitore, saranno anch'esse vietate, a meno di non essere state concordate preventivamente nel contratto di fornitura.

Gli Stati membri avranno ventiquattro mesi a partire dalla sua entrata in vigore per recepire la direttiva nella propria legislazione nazionale e altri sei mesi per applicarne le disposizioni.

FP: Ma la direttiva sarà realmente efficace per contrastare la marcata dipendenza economica delle imprese del settore agricolo nei confronti della GDO?
GR: E' giustificato avere perplessità. In materia vi sono numerose norme che hanno l'obiettivo di tutelare il contraente più debole nell'ambito di relazioni contrattuali asimmetriche. La necessità di prevedere nuovi strumenti legislativi per contrastare il fenomeno, evidenzia che il risultato atteso non è stato soddisfacente.

Uno dei punti più critici della questione è sempre stato costituito dal fatto che nessuno, che volesse continuare a stare sul mercato, poteva permettersi l'azzardo di scontrarsi frontalmente con la GDO per denunciare comportamenti vessatori.

Il relatore del provvedimento, Paolo De Castro, ha cercato di intervenire proprio su questa criticità del sistema, facendo inserire nella direttiva l'anonimato della denuncia e obbligando gli Stati membri a costituire delle autority di garanzia.

In ragione di ciò, se il Legislatore nazionale recepirà correttamente il provvedimento, chi subirà una pratica sleale potrà denunciare l'accaduto, coperto da anonimato. La notizia dell'illecito farà scattare un'immediata ispezione da parte dell'autorità competente. Questa potrà intervenire sul cliente e richiedere tutte le informazioni di interesse per contrastare gli abusi.

Il grande impegno portato avanti da Paolo De Castro gli ha fatto guadagnare la fiducia di Fruitimprese. Cosa più unica che rara, nell'ultima assemblea ha deliberato di invitare gli imprenditori associati, a prescindere dall'orientamento ideologico, a effettuare una scelta tecnica e quindi a indicare alle migliaia di persone direttamente o indirettamente coinvolte nelle attività delle loro aziende quale candidato di riferimento Paolo De Castro.

E', infatti, opinione condivisa che questi sia un politico autorevole, di grande competenza, stimato dai colleghi europei, esperto dei complessi meccanismi istituzionali dell'Unione e che si è sempre battuto energicamente per gli interessi del made in Italy agroalimentare, dei produttori agricoli e dei consumatori.

In attuazione di ciò, il presidente Minguzzi ha trasmesso agli Associati un documento a sostegno della sua candidatura con l'invito a darne la massima diffusione. L'indicazione, ha scritto il Presidente, vuole rappresentare l'espressione della ferma volontà di non mettere in discussione il modello di un'Europa unica, forte, solidale, attenta alle esigenze sempre più stringenti del settore agricolo e di valorizzare il prezioso contributo che Paolo De Castro potrà fattivamente dare a questo disegno.