E' difficile comunicare con la Gdo. Qualcuno è più sensibile, qualcuno un po' meno. Ma in media i carichi di un'azienda logistica ben strutturata non superano l'indice di riempimento del 70%. Vi sono quindi ampi margini di miglioramento e ciò può avvenire solo se le parti in causa dialogano e si confrontano.
E' uno dei concetti che esprime Massimo Savini (foto), amministratore delegato di RLA che aggiunge: "Di certo, alla Gdo non interessa che ci siano ponti crollati o chiusi al transito. Se dicono che la merce serve per una data ora, quella è tassativa, e senza aumento dei costi. Le aziende logistiche subiscono questa posizione, cercando di accontentare sempre e comunque il cliente".
Ma se da un lato ci sono esigenze che paiono tassative, dall'altro Savini dice che basterebbe il dialogo: "Se la chiusura di un ponte allunga di due ore la tratta a causa delle strade alternative, credo che la Gdo potrebbe venirci incontro, effettuando l'ordine due ore prima. Noi abbiamo delle leggi ferree e importanti da rispettare, prima di tutte le ore di guida massime per ogni autista. Anche la controparte potrebbe capire ciò e informatizzarsi di più per migliorare i flussi delle richieste".
"Le aziende logistiche italiane sono poco competitive proprio per una mancanza di organizzazione con i committenti, oltre che per le caratteristiche morfologiche del territorio. La Gdo ci chiede sempre carichi di ortofrutta minori, ma ripetuti tutti i giorni e questo penalizza l'efficienza", conclude Savini.
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