E' stato diffuso qualche giorno fa un comunicato "fonte: Coldiretti" che lascia aperta qualche perplessità. Secondo l'organizzazione agricola, infatti, nel 2018 si sarebbe manifestata una "svolta salutistica" nelle scelte alimentari degli Italiani, con un "record dei consumi di frutta e verdura degli ultimi venti anni, con quasi 9 milioni di tonnellate, in aumento del 3% rispetto all'anno precedente".
"Mai così tanta frutta e verdura sono state consumate in Italia dall'inizio del secolo, per effetto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che – sottolinea la Coldiretti – fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con smoothies, frullati e centrifugati consumati al bar o anche a casa grazie alle nuove tecnologie".
Tutto ciò entra in contrasto con quanto la Grande distribuzione lamenta da tempo; ossia una stagnazione (se non un calo) dei consumi di frutta e verdura, con il consolidamento (ma non con un'ulteriore crescita) anche di quei segmenti che, nell'ultimo decennio, hanno macinato crescite significative (IV gamma e frutta secca incluse).
Coldiretti propone delle statistiche relativamente alle preferenze dei consumatori: "Se le mele – precisa – sono state il frutto più consumato, al secondo posto ci sono le arance, mentre tra gli ortaggi preferiti dagli italiani salgono sul podio nell'ordine le patate, i pomodori e le insalate/indivie".
Futta secca: un mercato "conscio"
Sulla frutta a guscio, Coldiretti afferma: "Da segnalare il boom nei consumi di queste referenze, dalle noci alle mandorle fino al nocciole, con un aumento del 10% degli acquisti. La frutta in guscio infatti, considerata in passato nemica della linea per l'apporto calorico, è stata rivalutata come preziosa alleata della salute e i consumi sono dunque esplosi".
Se stiamo parlando di un arco temporale non ristretto al confronto tra il 2017 e il 2018 è fuor di dubbio che il consumo di frutta a guscio ed essiccata sia praticamente raddoppiato negli ultimi anni, complice anche il generale trend salutista e lo "sdoganamento" della frutta secca come alimento completo e perfettamente coerente a questo trend. In questo, l'attività di formazione e informazione fatta al livello mondiale dall'INC (e nazionale da Nucis) è stata vincente.
Se però guardiamo all'attualità, quella crescita dei consumi appartiene già al passato. Secondo le testimonianze raccolte da FreshPlaza: "C'era da aspettarsi un momento di stasi (che riscontriamo anche all'estero) - ci dicono dalla Besana - dovuto in parte al generale momento di crisi ma anche alla fisiologica contrazione in settori caratterizzati da una forte e repentina crescita"
"Più che maturo - prosegue l'esperto interpellato per l'occasione - questo segmento di mercato potrebbe essere definito più "conscio", nel senso che può tranquillamente prevedere ulteriori momenti di crescita, ma il consumatore è ora più attento alla qualità, alle ricette, all'innovazione. Unito a un generale momento di crisi, ciò ha portato a una contrazione (momentanea) dei consumi".
Ma i consumi di ortofrutta crescono o calano?
Secondo fonti retail interpellate da FreshPlaza: "L'unico dato certo, per quanto riguarda l'ultimo decennio, è che in Italia si è perduto 1 milione di tonnellate di consumi ortofrutticoli. Per non parlare della scarsa rilevanza del segmento giovanile - non fosse altro che per l'effettiva articolazione demografica nazionale, che vede i giovani in minoranza - in questa tipologia di consumi".
Probabilmente, come emerso anche da altre analisi (CSO, per esempio - cfr. precedente articolo), le conclusioni che si traggono sui consumi di frutta e verdura si basano su dati diversi tra loro, anche perché in ortofrutta non esiste un unico dato realmente rappresentativo del mercato nel suo complesso; semmai c'è solo la possibilità di individuare delle tendenze di fondo.
Secondo la Coldiretti, la ripresa dei consumi riguarderebbe canali ben diversi da quelli della grande distribuzione: "Si registra il forte aumento degli acquisti diretti dal produttore - afferma l'organizzazione - dove, nel corso del 2018, hanno fatto la spesa 6 italiani su dieci almeno una volta al mese secondo l'indagine Coldiretti/Ixe". Per quanto appaia difficile quantificare una modalità di acquisto di frutta e verdura che è, per sua natura, estremamente episodica e polverizzata.
In Italia - conclude l'organizzazione agricola - la superficie coltivata a ortofrutta supera 1 milione di ettari, vale oltre il 25% della produzione lorda vendibile agricola nazionale. "I punti di forza dell'ortofrutta italiana sono l'assortimento e la biodiversità, con il record di 107 prodotti ortofrutticoli DOP/IGP riconosciuti dall'UE, la sicurezza, la qualità, la stagionalità che si esalta grazie allo sviluppo latitudinale e altitudinale dell'Italia, una caratteristica vincente per i prodotti ortofrutticoli italiani".
A maggior ragione, un settore produttivo così importante meriterebbe informazioni tempestive, certe e verificabili per prendere decisioni essenziali alla sua sopravvivenza.