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Bilancio 2018 con i fratelli Iodice

Cambiano le regole del mercato e il settore non offre piu' garanzie per una crescita aziendale

Una stagione con poche oscillazioni: prezzi stabili e bassi rendimenti. La qualità non manca, ma la produzione ha mostrato un calo. L'industria del trasformato si focalizza su prodotto di pieno campo. Nonostante la fatica non sia mancata, in particolare l'andamento della campagna del peperone non è andata né male né bene, con costi di produzione sempre crescenti. Il clima atipico non ha aiutato: troppo caldo ad agosto, troppa pioggia a ottobre e novembre. Così a FreshPlaza Salvatore e Pasquale Iodice, nel fare un bilancio 2018 su peperoni.

La Iodice Srl ha iniziato la campagna invernale con lattuga Trocadero e ravanello. "A novembre si sono registrati problemi sia a livello di qualità che di tenuta in post-raccolta per la Trocadero. Ciononostante, da metà del mese in poi, i prezzi sono stati soddisfacenti. Negli ultimi giorni, con le temperature in calo, iniziamo a intravedere un miglioramento generale, anche se le quotazioni sono in flessione. Per il ravanello si registra una certa carenza di prodotto, la qualità è buona ma i prezzi non decollano".

"Abbiamo cominciato a esportare in Polonia e Francia, per poi proseguire con la Germania, al termine della loro produzione locale, perché a differenza dell'Italia sono molto nazionalisti - lamenta Salvatore - Le esportazioni vere e proprie iniziano però in questo periodo. Negli ultimi anni, visto il cambiamento dei cicli colturali, c'è stata la tendenza ad anticipare semine e trapianti. Scontrarsi quindi con le loro produzioni locali non offre vantaggi, in quanto loro non hanno costi di trasporto mentre i nostri sono di circa 2 euro a cassa per la Trocadero e 1,50 euro per i ravanelli. Così si rischia di non essere più competitivi, pur avendo qualità".

Pasquale Iodice in una serra di ravanelli della Iodice Srl.

"Imballaggi ecosostenibili a discapito dei rendimenti"
Salvatore e Pasquale sottolineano che, negli ultimi anni, c'è un maggiore orientamento verso gli imballaggi ecosostenibili. "A discapito però dei rendimenti, poiché questi imballi costano un 30-40% in più. Noi ci stiamo adeguando, ma ci chiediamo anche: dato che è un imballaggio che si recupera, perché costa così tanto? Non parliamo infatti di uno 0,10 euro in più, ma di qualcosa che influisce quasi il doppio sul costo totale del prodotto rispetto a un imballaggio tradizionale".

Inoltre, i supermercati tendono a chiedere confezioni sempre più piccole, anche per il prodotto sfuso, per una questione di esposizione, ovvero dello spazio dedicato alla merce nel reparto ortofrutticolo. "E questo, se da una parte implica costi ulteriori di imballaggio e trasporto, dall'altra crea meno scarti e spreco di verdura".

Con un po' di amaro in bocca, Pasquale sottolinea: "Non è che ci scoraggiamo o ci stanchiamo di lavorare, ma le difficoltà sono tante. Negli ultimi tre anni, per fortuna, abbiamo registrato una crescita del 30-40%. E vogliamo ancora crescere, però il settore non dà più sicurezze".

Si è perso il dialogo e la contrattazione: era l'anima del commercio
Con l'arrivo di Internet nelle case e nelle aziende, molte cose sono cambiate e migliorate. Ma altre si sono perse. Salvatore pensa con nostalgia alla famosa telefonata commerciale che oggi viene spesso sostituita da una fredda email o un veloce whatsapp. "La contrattazione, il contatto personale erano fattori integranti del fare commercio. Anche all'estero stanno cambiando i modi di acquistare la merce: fino a qualche tempo fa, per l'approvvigionamento le catene di supermercati, i responsabili acquisti venivano direttamente dal produttore qui in Italia; ora preferiscono appoggiarsi agli importatori locali per bypassare i problemi logistici".

"Se prima quindi il passaggio era diretto o quasi, ora dall'Italia il prodotto deve fare i conti con una serie di step in più: la merce arriva all'importatore, dopo un transit time di due-tre giorni, e questo la lavora di nuovo per poi mandarla al supermercato. Noi ovviamente non sappiamo più cosa arriva sul mercato di quello che era il nostro prodotto".

"Il problema del Sud Italia - conclude Salvatore - è che non si fa Rete. Ogni azienda vuole pensare a far reddito da sola. Non si fa squadra e, anzi, ci facciamo guerra l'uno con l'altro. Al Nord ci sono grandi realtà che dovremmo prendere ad esempio per organizzazione produttiva e commerciale".

Una nicchia estiva: i Fagioli di Sarconi Igp
La Iodice annovera una piccola nicchia nel calendario commerciale primaveril-estivo: i Fagioli di Sarconi Igp. Sarconi è un piccolo comune in provincia di Potenza e del consorzio che tutela il fagiolo fanno parte dieci aziende della zona. Tabacchini, verdolini, ciuoti, Tondino bianco o Nasieddo nero: sono solo alcuni dei ben 20 ecotipi esistenti dei Fagioli di Sarconi, coltivati dall'azienda agricola Belisario.

Contatti:
Salvatore Iodice (direttore commerciale)
Cell.: +39 336 845 169
Iodice Srl
via Castel Volturno, 95
Loc. Fasanara
81034 Mondragone (CE)
Tel./Fax: +39 (0)81 773 3693
Email: [email protected]
Web: www.iodicesrl.it