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La Patata novella di Siracusa guarda al marchio DOP per riprendere quota nei mercati

Una produzione che, un tempo, dominava incontrastata e che, dagli anni Duemila in poi, è andata scontrandosi con nuove dinamiche commerciali. Ridefinire il proprio ruolo sul mercato e rilanciare le caratteristiche di pregio di un prodotto tipico sembrano obiettivi raggiungibili solo mediante un legame ribadito con il territorio d'origine.

Sabato 1 dicembre 2018, a Siracusa, presso l'Hotel Parco delle Fontane, si è tenuto il convegno di presentazione finalizzato al riconoscimento del marchio DOP-Denominazione di Origine Protetta alla "Patata novella di Siracusa". Hanno partecipato all'incontro un centinaio di persone, tra cui la neonata Associazione di Produttori per la Tutela della Patata Novella di Siracusa, produttori, trasformatori e confezionatori, le organizzazioni professionali, l'ordine degli agronomi, il liceo artistico di Siracusa, la stampa e autorità della città di Siracusa.

Ha aperto i lavori l'assessore regionale all'agricoltura, Edy Bandiera, sottolineando - fra gli obiettivi primari del suo mandato - la politica dei marchi (DOP e IGP) al fine di tutelare le produzioni di qualità, e renderle distinguibili da quelle degli altri Paesi concorrenti, in particolare dell'area mediterranea.

"I prodotti a marchio - ha dichiarato l'assessore - ci permetteranno di ottenere sui mercati anche un riconoscimento di prezzi remunerativi. L'azione di tutela dei nostri prodotti si esplica altresì attraverso la politica dei controlli nei porti e negli aeroporti. L'esempio virtuoso del marchio Limone di Siracusa IGP - con tutti i vantaggi scaturiti per i produttori e per il territorio - ci mostra che occorre portare a termine il percorso di riconoscimento del marchio DOP per la Patata novella di Siracusa. Percorso giunto, in questa fase, al 90% dell'iter procedurale previsto dai regolamenti comunitari. Solo un gioco di squadra, con il coinvolgimento di tutti gli attori, come dimostra oggi anche la presenza di un'istituzione scolastica, ci permetterà di raggiungere l'ambito  riconoscimento".

In foto, Fabio Moschella.

In qualità di produttore ed ex presidente del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP è intervenuto Fabio Moschella,rimarcando che "il riconoscimento della DOP è un bene di tutti, non solo dei produttori, dei lavoratori, ma di tutte le attività che ruotano intorno alla filiera. Bisogna costituire un paniere di prodotti che abbiano un forte legame con il territorio di Siracusa, oggi patrimonio Unesco. La coltivazione della patata è da più di sessant'anni presente sul territorio, con la sua tradizione di saperi e conoscenze maturate nel tempo. Bisogna legare questi prodotti alla loro storia, al territorio, alla cultura del cibo, al turismo, fattori che quest'anno hanno fatto registrare a Siracusa più di un milione di presenze". Moschella ha ricordato anche come il lavoro svolto fino ad oggi è in piena continuità con quello iniziato 20 anni fa, quando ci fu un primo tentativo di riconoscimento del marchio per la patata di Siracusa.

In foto, Michele Giglio.

Il dirigente dell'Ispettorato Agricoltura di Siracusa, Michele Giglio, ha ringraziato i due agronomi dell"unità operativa Assistenza tecnica che stanno coordinando tutto il lavoro di accompagnamento e coordinamento dei produttori per la richiesta del marchio, in collaborazione con l'Università e gli altri stakeholders. "Il ruolo del servizio pubblico non deve fermarsi all'erogazione dei contributi, ma sostenere soprattutto la crescita imprenditoriale dei produttori con azioni di formazione, informazione, consulenza e di servizi allo sviluppo".

Michele Lonzi, presidente del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP, ha manifestato la sua soddisfazione per la presenza di tutti gli attori della filiera, richiamando l'importanza ad avere un'aggregazione come il Consorzio del Limone che permette di tutelare e realizzare azioni di sistema e di marketing. "E' importante - ha dichiarato - coinvolgere prima di tutto la città di Siracusa nella consapevolezza di avere un prodotto unico, riconosciuto e dal grande impatto sociale in termini di occupazione, reddito e promozione per il territorio. Noi sappiamo produrre, ma dobbiamo anche tutelarci in questo percorso identificativo".

Francesco Gurrieri, presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Siracusa, plaude all'iniziativa e dichiara il pieno coinvolgimento degli agronomi in questo percorso identificativo.

Dopo i saluti istituzionali, ha preso la parola il dirigente generale del Dipartimento Regionale dell'Agricoltura, Carmelo Frittitta. "Non sempre, in un territorio - ha sottolineato - si riesce a fare sistema delle tipicità, delle ricchezze, dei valori: solo le indicazioni geografiche mettono a sistema tali aspetti. Quando nel 1992 partì questa politica, suggerita dai programmi comunitari, non fu subito compresa. Quando iniziammo il percorso per il riconoscimento del Limone di Siracusa IGP, un produttore mi disse: il marchio serve per mantenere il prodotto. Dopo alcuni mesi di lavoro, appena insediato, mi posi l'obiettivo, insieme all'Assessore, di valorizzare i marchi. Devo ringraziare molto l'Università, il CNR, il CREA; sto notando una sensibilità diversa rispetto agli anni addietro; tante professionalità le abbiamo in casa; forse la crisi ci ha fatto capire quanto è importante lavorare insieme e guardare in un'unica direzione. Lo sviluppo non si fa solo con investimenti economici".

"Le indicazioni geografiche - ha spiegato Frittitta - hanno un futuro diverso: si parla di Distretti del cibo, il luogo dove le filiere produttive incontrano il mondo del consumatore in funzione della costruzione di un percorso sistemico. Usciranno dei bandi del Ministero sui distretti del cibo. Se riusciamo a collegare produzione e consumo nell'ottica di dei prodotti funzionali, a Siracusa saremo più avanti rispetto ad altri territori. Con le indicazioni geografiche possiamo entrare negli accordi bilaterali con altri Paesi; diversamente restiamo fuori. L'iter per il riconoscimento prevede che l'associazione presenti la richiesta alla Regione e al Ministero, a cui seguirà l'audizione pubblica. I tempi non sono brevi, ma se l'associazione riesce a produrre i documenti in maniera ineccepibile, il percorso sarà facilitato".

Presentazione dei documenti tecnici per la richiesta del marchio Patata novella di Siracusa Dop.

Anita Ierna del CNR-IVALSA di Catania ha illustrato il disciplinare di produzione, mettendo in evidenza gli aspetti caratteristici che distinguono la patata novella di Siracusa dalle altre patate novelle e patate comuni. "L'elevato contenuto di elementi nutraceutici deriva dalle caratteristiche dei terreni del territorio. I suoli del territorio di Siracusa, infatti, sono caratterizzati da elevati contenuti in potassio, magnesio, calcio e ferro che giustificano le alte concentrazioni degli stessi nei tuberi".

In foto, Anita Ierna.

"La sofficità dei terreni - sottolinea Anita Ierna - con struttura di medio impasto, con buon contenuto in sostanza organica, permette uno sviluppo regolare dei tuberi, i quali si accrescono mantenendo la propria forma, la buccia liscia e dal particolare colore giallo intenso e brillante. L'altro elemento distintivo della patata di Siracusa è l'elevata precocità che la denomina per l'appunto come novella. Durante lo stadio di massimo sviluppo vegetativo - che è concentrato nel periodo che va da fine febbraio ad aprile - le ampie escursioni termiche e le temperature medie diurne (che oscillano da 18 a 22°C), sono ideali per favorire la formazione e l'accrescimento dei tuberi e una regolare maturazione degli stessi". 

Giuseppe Timpanaro, Professore associato di Economia ed estimo rurale presso l'Università degli Studi di Catania, ha esposto la relazione tecnica economica: "Nel dopoguerra, sotto spinte commerciali, partita da Giarre la coltivazione della patata si è estesa nelle zone del siracusano dove, negli anni 70, si arrivò a una produzione di 20mila tonnellate. La crescita sarà continua nel tempo, con dei picchi raggiunti negli anni 80-90. La provincia di Siracusa diventa allora la prima provincia in Sicilia per questa coltivazione, arrivando a rappresentare il 50% della produzione di patata precoce in Italia".

"I fattori determinanti questa evoluzione - spiega Timpanaro - sono le condizioni pedoclimatiche favorevoli, soprattutto in alcune province; la domanda di mercato dinamica (Germania, Francia, Belgio, Austria, Paesi Bassi, Regno Unito, ecc.); la limitata presenza delle produzioni di patata precoce di altre Regioni, sia sui mercati nazionali che  internazionali, nel periodo in cui si realizzano le produzioni siciliane; l'ottima qualità della produzione, altamente competitiva; l'introduzione di rilevanti innovazioni tecnico-scientifiche sul relativo mercato (soprattutto in termini di meccanizzazione delle operazioni colturali, di disponibilità varietale, ecc.); gli elevati livelli di produttività di capitale e lavoro".

"Tuttavia negli ultimi anni, dal nuovo millennio in poi, in Sicilia è arrivata la crisi. Perché? Innanzitutto vanno tenute in conto le trasformazioni nel sistema agroalimentare; l'avvento della Gdo e l'affermazione di modelli produttivi governati dalla logistica; la difficoltà di relazione all'interno della filiera; il dinamismo di altri areali di produzione come l'Emilia Romagna; le difficoltà tecnico-produttive (stanchezza dei terreni, rinnovo varietale troppo lento, ecc.); l'avvento di nuove aree produttive nel Mediterraneo, competitive in termini di costi di produzione; la perdita di peso sui mercati esteri. Ecco che il prodotto siciliano non è riuscito a tenere testa alla competizione con altre produzioni, con conseguente perdita in termini di identità e capacità di differenziazione. Nonostante tutto, la Sicilia regge rispetto alla Campania e alla Puglia, grazie alla produzione di Siracusa. Il valore aggiunto della futura DOP sta nel fatto che, oltre a posizionare il tubero a prezzi più alti, permetterebbe il mantenimento dell'intero sistema territoriale".

Angela Gallaro, docente di grafica presso il Liceo artistico di Siracusa ha presentato 30 bozze realizzate dai suoi alunni del logo che potrebbe connotare la patata novella di Siracusa DOP. "La bellezza salverà il mondo" ha esordito la professoressa nello specificare che lavorare sul marchio della DOP rientra in un'attività di Alternanza Scuola Lavoro, coordinato da Giuseppe Taglia e Giancarlo Caia. Dopo la presentazione dei loghi i convenuti hanno ringraziato vivamente gli studenti presenti che hanno lavorato pr la realizzazione dei loghi. E' stato poi distribuito un depliant per permettere ai produttori di effettuare una prima valutazione del lavoro grafico.
Presto sarà istituita una commissione che provvederà alla scelta del logo fra le bozze presentate dagli studenti. La commissione sarà costituita da: Prof.ssa Angela Gallaro, Fabio Moschella, Alessandro Scuderi, Giuseppe Maugeri e uno studente, oltre che da Taglia.

Stefano Simonella direttore Corfilcarni GCC - autorità pubblica di controllo del Mipaaft e organismo di certificazione accreditato Accredia - ha illustrato il significato di un piano dei controlli e della necessità di essere chiari nel Disciplinare, in quanto testo ufficiale da rispettare. "La Dop potrà funzionare solo se ci sarà un Consorzio di tutela attivo".

In foto, Giuseppe Maugeri.

Giuseppe Maugeri ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare alla costituzione dell'associazione. "Il progetto di riconoscimento riuscirà perché sono coinvolti tutti i produttori e gli imprenditori che veramente credono alla validità di questo prodotto".

Chiara Lo Bianco presidente CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ha dichiarato: "Sono emozionata, perché è un momento unico per Siracusa. Ricordo quando, nel 1996, fu avviato questo percorso dai nostri padri".

Salvatore Giardina in rappresentanza di Confagricoltura, ha detto:
"Quando 20 anni fa iniziammo questo percorso di tutela del marchio, fummo ostacolati dall'esterno e anche dall'interno. Il raggiungimento del marchio, oggi, rappresenta un vantaggio per tutta la collettività, un meccanismo che certamente aiuta a crescere il territorio e tutta l'economia indotta. Occorre che, dopo il riconoscimento comunitario, ci sia subito un seguito con una realtà organizzata operativa"

Alessio Fasciana (In foto) agronomo in rappresentanza della Coldiretti. "Esprimiamo la nostra contrarietà a inserire nel disciplinare l'uso del tubero seme autoriprodotto, anche perché violerebbe i diritti di royalty". Ne è seguito un acceso dibattito con il pubblico, che ha contestato vivamente queste affermazioni. Sulla questione, Giuseppe Campisi (OPAC) ha precisato: "Dopo la prima semina non ci sono più royalties. Il tubero seme che arriva a Siracusa dai Paesi Bassi non è ancora pronto per essere seminato, pertanto siamo costretti a ritardare le semine, con danni che si ripercuotono sulla precocità del mercato e con relativo ritardo nell'arrivo del prodotto sui mercati. Di fatto, il disciplinare realizzato dall'Università prevede un preciso protocollo per ottenere il tubero seme autoriprodotto".

In foto, Giuseppe Campisi.

"La patata novella - ha precisato Campisi - arriva, come il ballo delle debuttanti, dopo il rigido inverno ed è la prima a essere raccolta.
L'obiettivo è valorizzare la filiera e portare a buon fine il progetto".

In foto, Alessandro Scuderi.

L'ultimo intervento è stato quello di Alessandro Scuderi, già presidente del Consorzio Arancia rossa di Sicilia IGP, professore universitario e produttore di patate nel territorio della DOP.

"Il disciplinare deve essere chiaro - ha dichiarato Scuderi - e condiviso da tutto il territorio produttivo: pertanto chiedo che alcuni dei Comuni esclusi vengano considerati, unitamente alla possibilità di inserire in etichetta la denominazione no Ogm, la certificazione bio e che sia prevista la la possibilità di effettuare il confezionamento nelle zone limitrofe".

In chiusura dei lavori, il direttore Frittitta ha commentato che occorre sempre tenere conto dell'espressione della maggioranza dei produttori relativamente alle osservazioni sollevate, e istituisce un tavolo tecnico coordinato da Taglia, che esaminerà le osservazioni che Coldiretti e Scuderi faranno pervenire in maniera ufficiale all'associazione.