Secondo le previsioni della Camera di commercio di Lima (CCL), le esportazioni di banane biologiche peruviane aumenteranno del 10% quest'anno, rispetto al 2017, superando i 160 milioni di dollari.
"Nel 2017 le spedizioni sono state pari a 148,5 milioni, il 2% in meno rispetto al 2016. Prevediamo che avranno un trend più dinamico alla fine dell'anno e siamo convinti che le esportazioni di questo prodotto continueranno ad aumentare e supereranno i numeri raggiunti negli anni precedenti". A dichiararlo il direttore esecutivo dell'Istituto di ricerca e sviluppo del commercio estero del CCL (Idexcam), Carlos Posada.
Fino ad agosto di quest'anno, le esportazioni peruviane di banane biologiche hanno totalizzato 114,4 milioni di dollari, vale a dire il 12% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
"In termini di volume, il Paese ha esportato un totale di 158.670 tonnellate fino ad agosto - ha affermato Posada - Entro dicembre le esportazioni dovrebbero superare le 230.093 ton, ovvero il 14% in più rispetto al 2017".
La produzione annuale di banane biologiche ammonta a 280mila ton, l'82% delle quali viene esportato.
Mercati di destinazione
Attualmente, il Perù esporta le sue banane biologiche in 31 Paesi; l'80% è concentrato in tre mercati principali: Paesi Bassi, Stati Uniti e Germania.
Nel 2017, i Paesi Bassi hanno rappresentato il 36% delle esportazioni, gli Stati Uniti il 30%, la Germania il 14%; Belgio, Finlandia e Corea del Sud il 5% ciascuno. Da notare che i principali mercati di destinazione sono cambiati dal 2015 al 2017.
Nel 2015, gli Stati Uniti erano il principale importatore, seguiti dai Paesi Bassi. Tuttavia, nel 2016 e nel 2017 la situazione si è invertita, e i Paesi Bassi sono diventati il principale acquirente.
Negli ultimi tre anni la Germania e il Belgio si sono classificati rispettivamente come terzo e quarto mercato di destinazione. La Corea del Sud e la Finlandia si sono classificate rispettivamente quinto e sesto.
Durante gli anni dal 2015 al 2017, il Giappone si è classificato settimo. Infine, nel 2017, Italia, Regno Unito e Canada si sono posizionati come ultimi tre, fra i principali mercati di destinazione.
"Considerando questo scenario favorevole, i produttori devono tenere conto delle esigenze dei Paesi di destinazione, pertanto è importante garantire che le certificazioni biologiche siano riconosciute da questi Paesi - ha affermato - E' inoltre essenziale rispettare le confezioni, i contenitori e le caratteristiche dell'imballaggio".
Fonte: andina.pe