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Confagricoltura Ferrara: anno positivo per la carota
La carota rappresenta il prodotto tipico per eccellenza del territorio ferrarese. Lo afferma Confagricoltura Ferrara, che sottolinea come nel 2017, su poco meno di 2.100 ettari di carote coltivate in Emilia-Romagna, ben 2.050 fossero coltivate in provincia di Ferrara, in particolare nei Comuni di Mesola e Codigoro.
"Il basso ferrarese, grazie alle caratteristiche del terreno, è luogo d'eccellenza per le orticole - prosegue Confagricoltura Ferrara - e in particolare per questa coltivazione; la carota infatti predilige clima temperato e terreni di pianura sabbiosi e morbidi. Negli ultimi anni, il mercato della carota aveva attraversato una pesante crisi, convincendo molti produttori a orientarsi verso altre orticole; fra le cause, anche i costi di produzione elevati, superiori ai 4000 euro per ettaro (esclusa la manodopera) e gli eventuali affitti del terreno. La campagna 2018 pare invece abbia premiato quanti hanno scelto di mantenerne la produzione".
"E' stata senza dubbio positiva per la produzione agricola. Diversi fattori verificatisi in Europa e nelle aree produttive extra UE, hanno concorso a un'offerta limitata di carote nel periodo maggio-agosto 2018, con prezzi di realizzo alla produzione da 0,40-0,45€/kg". Così Luigi Mazzoni (in foto), componente della Giunta Esecutiva di Confagricoltura Ferrara, intervenendo sulla campagna carote appena conclusa.
"La fine anticipata della campagna carote in Sicilia, la riduzione di circa il 30% delle superfici coltivate nel territorio dell'Alto Adriatico (da Venezia a Ravenna), la poca disponibilità di prodotto proveniente dalla Spagna e dalla Francia, il ritardo delle produzioni nel Nord Europa, causate dalle temperature eccessivamente basse nel periodo invernale, la scarsa disponibilità in Europa delle carote israeliane, hanno favorito un incremento della domanda di carote provenienti dalle nostre aree di produzione, da parte delle catene distributive italiane e di tutto il Nord Est Europa".
"Al momento la situazione commerciale è tornata su valori più correnti (20-25 centesimi alla produzione); i mesi di agosto-settembre sono tradizionalmente di scarso consumo per questo tipo di ortaggio - conclude Mazzoni - in attesa della crescita dei consumi che si verifica abitualmente nei mesi più freddi".