La conversione al biologico e' un'ottima mossa
François (a sinistra) e suo fratello Jacques nei frutteti
In questo momento, la Mesfruits® sta facendo un'ottima mossa passando al biologico. "Abbiamo piantato 30 ettari tutti in una volta, e continueremo ad andare avanti con le stesse quantità. La produzione biologica ci permette di soddisfare i consumatori, oltre che di garantire un buon prezzo ai produttori, dal momento che la domanda di prodotti biologici è molto elevata. La produzione di mele biologiche è piuttosto complessa, ma la regione sud-orientale della Francia è pressoché ideale. Per via delle condizioni climatiche e del vento, è una regione meno umida delle altre. D'altra parte però, è più difficile ottenere una buona colorazione delle mele, anche se il frutto arriva in anticipo. Grazie al fatto che il percorso è più breve e tecnico, ci sono meno restrizioni".
La Mesfruits® offre numerose varietà diverse di mele, come Pink Lady®, Granny Smith, Royal Gala, Braeburn, Golden Delicious e altre. "Stiamo inoltre sviluppando nuove varietà, come Story®, Joya® e Kissabel®". E poi l'azienda ha il monopolio della Crimson Snow® in Francia. "Abbiamo un assortimento classico: le stesse varietà vengono ripiantate, e si effettuano rinnovi varietali per ottenere mele con una migliore colorazione e un gusto più dolce".
La Mesfruits® si sta ampliando al resto dell'Europa, e in particolare verso Gran Bretagna e Germania, dove le varietà club sono molto popolari. Nel 2018, 75.000 tonnellate di mele e pere saranno distribuite in Europa.
La varietà Kissabel
Il gruppo Crimson Snow a Berlino
Le piccole mele provenienti dai frutteti Mesfruits® sono destinate prevalentemente ai bambini. "Ad esempio, se la natura ci offre delle piccole Pink Lady®, noi le commercializziamo come Pinkids®". Si tratta di una mela dolce e di alta qualità, e che qui funziona molto bene. Dobbiamo educare i bambini, che sono i consumatori del futuro".
René Mestre, padre di Jacques and François, durante il Pink Lady Day alla Mesfruits
La concorrenza da parte di altri Paesi è molto forte. "Ad essere particolarmente dura è quella polacca. Con i concorrenti dell'emisfero meridionale non c'è una competizione diretta: loro hanno altri mercati e costi elevati, dal momento che si trovano nella zona del Dollaro. Di conseguenza vendono i prodotti a un prezzo molto più alto del nostro".
E' sorprendente come, rispetto alle mele, la Francia produca solo poche pere. E i volumi non stanno aumentando, poiché attualmente molti produttori si stanno svincolando dalla produzione di pere. Secondo quanto affermato da François, il frutto è molto buono, ma ci sono moltissime limitazioni. "Per prima cosa le pere non vanno di moda. Secondo, ne esistono solo varietà tradizionali: con una resa limitata ed elevati costi di manodopera".
In Francia è difficile regolarizzare il mercato. Abbiamo le pere per sei mesi scarsi ogni anno, e durante questo periodo il mercato è completamente saturo, perché i produttori vogliono vendere il più velocemente possibile. L'imballaggio è molto costoso, e il frutto ha una scarsa conservabilità.
Nei prossimi 10 anni la situazione non cambierà: i produttori di pere sono ancora della prima generazione. Possiedono frutteti che risalgono agli anni '70-'80, e che spesso sono molto piccoli e in zone molto frammentate. In poche parole, non sono frutteti commerciali.
Qui nelle regioni sud-orientali molte coltivazioni di pere diventeranno biologiche. François ha dichiarato: "Le nostre pere sono biologiche al 100% e ciò ci garantisce la vendita".
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