I controlli sono iniziati dopo la pubblicazione della lettera circolare n. 3 del 12 ottobre 2017, con la quale l'Ispettorato Nazionale ha fornito ai propri Uffici territoriali indicazioni operative sulle sanzioni da applicare in caso di omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a un rischio specifico. Affrontiamo l'argomento con l'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese.
Foto d'archivio
FreshPlaza (FP): Quando il datore di lavoro deve sottoporre un lavoratore a sorveglianza sanitaria?
Gualtiero Roveda (GR): L'obbligo scatta nel momento in cui la valutazione dei rischi rilevi tale necessità. L'Ispettorato ha evidenziato, in particolare, che l'omessa sorveglianza sanitaria è riconducibile alle tre seguenti fattispecie:
- a) nei casi in cui si debba valutare lo stato di salute del lavoratore, al fine dell'affidamento dei compiti specifici, che non dipendono dai rischi presenti nell'ambiente di lavoro, ma dalla capacità del lavoratore stesso di svolgerli, come ad esempio i lavori in quota;
- b) in tutti i casi in cui la normativa prevede l'obbligo della sorveglianza;
- c) nei casi in cui nei confronti del lavoratore soggetto a sorveglianza sanitaria, pur sottoposto a visita, non sia stato ancora espresso il giudizio di idoneità e in sede ispettiva si riscontri che lo stesso sia adibito a quella specifica mansione; in questo caso, risulta evidente il difetto di vigilanza.
GR: Le funzioni ispettive sono compiute tramite accessi nei luoghi di lavoro; tali accessi non sono subordinati ad autorizzazioni da parte del datore di lavoro o di un magistrato. L'esercizio dei poteri di indagine include la possibilità di raccogliere dichiarazioni spontanee da parte dei lavoratori, esigere la documentazione utile alle indagini, nonché chiedere informazioni a uffici pubblici, al Consulente del lavoro, ai patronati e agli istituti di previdenza (Inps, Inail, Inpdap, ecc.).
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FP: E' possibile per il datore di lavoro assistere in occasione della raccolta di informazioni presso i lavoratori?
GR: No. Le dichiarazioni devono essere acquisite in assenza del datore di lavoro o di altri superiori gerarchici, in modo da evitare pressioni sui lavoratori.
FP: Quali sono i documenti che di norma vengono richiesti?
GR: Nel corso dei controlli effettuati in questi giorni è stata rivolta particolare attenzione al DVR (ndr: Documento di valutazione dei Rischi), alla documentazione relativa a designazioni, nomine e deleghe delle figure aziendali della sicurezza, agli attestati comprovanti l'informazione, la formazione e l'addestramento, ai documenti relativi alla sorveglianza sanitaria e ai rapporti con il medico competente. E' stata, altresì, controllata la regolarità delle assunzioni e della contribuzione previdenziale.
FP: L'attività svolta nei primi nove mesi del 2017 dai Carabinieri per la Tutela del lavoro in coordinamento con l'Ispettorato del Lavoro ha evidenziato una situazione di diffusa irregolarità.
GR: E' vero. In occasione di circa 15.000 ispezioni è risultata irregolare la posizione di un operaio agricolo su cinque. Sono state sospese quasi 2.000 attività d'impresa e 5.000 persone denunciate, di cui 38 tratte in stato di arresto. Sono state accertate omissioni contributive per 12 milioni di euro ed elevate sanzioni amministrative per 20 milioni.