In Italia il massimo del cross-selling è ancora lo spremiagrumi venduto vicino alle arance o la panna vicino alle fragole o la padella forata posizionata vicino alle castagne e riesce a fare scalpore la vendita dell'Amuchina nel reparto ortofrutta (sinceramente non mi sembra che tale accostamento lanci un messaggio di fiducia nel consumo di frutta e verdura e che renda merito a tutto il lavoro fatto per offrire prodotti sicuri e sostenibili).
Ma torniamo alla torta. Perché le operazioni di co-marketing sono così rare? Certo, non sono attività banali da pianificare e realizzare, ma dall'industria alimentare potrebbero venire belle opportunità per l'ortofrutta per comunicare il brand fuori dal suo reparto e per valorizzare economicamente il prodotto non idoneo al mercato del fresco. Di più, con frutta e verdura a brand noto l'operazione, se ben programmata e all'insegna della coerenza tra i valori delle due imprese, sarebbe win-win!
Al momento gli esempi di co-marketing tra imprese ortofrutticole e alimentari sono pochi, spesso oggetto di edizioni limitate e di non facile reperibilità. Di seguito alcune collaborazioni, che fanno comprendere come la notorietà della marca ortofrutticola conta, ma non è vincolante:
Il connubio consolidato Chini / Melinda con tanti prodotti, dalle mousse alle barrette.
Altri esempi:
Partnership Melinda / Granarolo, proprietaria del marchio Yomo (2015) | |
La mousse Frullà di Natura Nuova / MelaPiù, difficile da trovare sui pdv, ma sempre presente nel catalogo dall'azienda ravennate | |
La mousse Frullà di Natura Nuova / Pera dell'Emilia Romagna IGP, in cui non viene però presentato il logo dell'indicazione geografica | |
Il recente lancio dello yogurt Mila / Pink Lady (maggio 2017) | |
Edizione limitata Kinder Cerealè / Limone di Siracusa IGP (marzo 2017) | |
Il recente succo Polenghi / Limone di Siracusa IGP, venduto su Amazon e sul sito dell'azienda (settembre 2017) | |
Il panettone Scarpato / Opera la pera (esordio nel Natale 2017) |
Se guardiamo invece ai prodotti industriali che "sfruttano" quelli ortofrutticoli, per aggiungere l'idea di freschezza, leggerezza, naturalità, benessere e per ampliare le modalità e le occasioni di consumo, l'offerta si amplia di molto.
Tralasciando il mondo degli yogurt e delle bevande alla frutta, di seguito si riportano un paio di esempi di recenti lanci effettuati da marche famose:
Però di Parmareggio, barretta di Parmigiano con pere e granella di anacardi | |
La ricottina Vallelata che, grazie alla fragola, esce dai confini del formaggio ed entra nell'area del dessert, passando anche dalla colazione e dalla merenda (anche in versione cioccolata e arancia). |
Per fare una buona operazione di co-marketing non bisognerebbe guardare solo i grandi brand come quelli sopra citati (sono forse anche quelli più difficili da convincere, se non si è Melinda), perché ci sono tanti prodotti alimentari artigianali, di nicchia, che esprimono altrettanto bene dell'ortofrutta la passione, la cura, la territorialità, il sapore unico e la voglia di innovare.
Realtà che potrebbero rappresentare il partner giusto per i marchi del settore ortofrutticolo, per lo più di notorietà limitata, ma con forte valenza territoriale.
Qui sopra e di seguito una carrellata di prodotti, di marca e artigianali, che già hanno ideato la ricetta / prodotto con ingrediente frutta o verdura e che, chissà, in futuro potrebbero riportare sul pack anche un brand ortofrutta!
Contatti:
Anna Parello
Consulente di Marketing e Comunicazione per l'ortofrutta
Email: [email protected]