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Carruba: frutto antico che l'Italia sta lentamente riscoprendo

"La carruba è un frutto antico. Ricordo ancora le navi in arrivo dalla Turchia piene di questo prodotto; ero piccolo ma ancora ho impresso il profumo che si spargeva per tutto il paese. Adesso di carrube se ne vedono poche, in giro. Ma nessuno ha ben presente che la maggior parte dei cibi che mangiamo contengono farina di carrube. Questa infatti è prevalentemente destinata al trasformato e alla zootecnia. Una quota limitata - via via crescente - va al mercato del fresco". A raccontarlo a FreshPlaza è Francesco Palasciano, titolare dell'azienda Cuore Verde.



"In passato, il business della carruba era rappresentato dal seme, che si chiama carato, come l'unità di misura dell'oro - racconta Francesco - e che veniva utilizzato a livello farmaceutico. Carichi pieni di semi raggiungevano la Svizzera". Le carrube hanno perso nel tempo la loro importanza. Ora si registra un nuovo interesse. Le piante rimaste - considerate dei veri monumenti - si trovano in Sicilia e Puglia.



La Cuore Verde, cui vengono conferite le carrube pugliesi, le distribuisce principalmente all'estero, UE ed extra-UE. "Negli ultimi due anni, abbiamo registrato una maggiore richiesta da parte della grande distribuzione italiana. Si tratta sempre di piccoli quantitativi e il prodotto viene venduto nel comparto della frutta secca. All'estero, i consumi sono decisamente maggiori. Come per i fichi, le persone di religione musulmana ne fanno largo uso".



Per il confezionamento si utilizzano cassette che contengono 10 vaschette da 350 grammi ognuna oppure quelle con peso legalizzato, sfuso da 5 kg.