Tale situazione ha determinato notevoli problematiche per i produttori di patate: da un lato la difficoltà nel reperire risorse idriche, con fiumi in secca e laghi non sufficienti a garantire l'enorme apporto di cui hanno avuto bisogno le piante, con temperature spesso superiori a 35 °C e con conseguente fortissima evapotraspirazione; dall'altro per il grande incremento di costi che le aziende hanno dovuto sostenere per effettuare le irrigazioni supplementari.
Il Consorzio Produttori Patate Associati-PPAS, che controlla oltre il 90% del prodotto certificato a marchio Patata della Sila IGP, stima una diminuzione della produzione complessiva tra il 15% e il 20% rispetto allo scorso anno. Alla luce delle minori disponibilità, le quotazioni del prodotto finito si prevedono in linea o in leggero aumento rispetto a quelle della scorsa campagna.
"L'inizio della nuova stagione commerciale - riferiscono da PPAS - sarà, come di consueto, intorno a metà settembre. La qualità della Patata della Sila è straordinaria. Il tempo caldo e secco ha consentito di limitare moltissimo gli interventi con agrofarmaci; il livello di sostanza secca nei tuberi risulta essere superiore alla media. A una qualità elevata di patate, tuttavia, fa da contraltare una resa inferiore, dovuta principalmente all'andamento climatico estremo dei mesi scorsi".
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