Milioni di euro ai Consorzi agrari. C'e' chi dice no
Non nascondiamoci dietro a un dito: diciamo (anzi, scriviamo) le cose come stanno. In Italia, i Consorzi Agrari sono in mano, quasi ovunque, alla Coldiretti. I presidenti dei Consorzi sono ex, o ancora attuali, presidenti territoriali di Coldiretti. I Consigli sono a maggioranza Coldiretti (scelti tramite regolari elezioni, sia chiaro).
Ecco uno dei motivi per cui tutte le altre associazioni sono contrarie. Ed ecco uno dei motivi per cui Coldiretti ha platealmente appoggiato l'attuale governo. Che anche le "magliette gialle" renziane e martiniane delle ultime settimane non siano, di contro, una strizzata d'occhio ai colori coldirettiani?
Parlando con un presidente Confagricoltura, capiamo che è anche il modus operandi a non essere digerito: "Ufficialmente tutto va bene, il sistema dei Consorzi è in salute. Nessuno ha mai detto che ci siano problemi. Se chiedete a Coldiretti, tutto va bene. Il governo non ha mai detto che deve ripianare dei debiti, come per le banche o per Alitalia. E sapete perché? Ecco, ve lo dico io: perché altrimenti i Consigli dei Consorzi dovrebbero dimettersi in massa. Chi accumula debiti per centinaia di milioni, non può rimanere in sella. Invece da un lato cercano di ottenere soldi pubblici per coprire i buchi, dall'altro però deve passare come un distratto emendamento, non come una presa di posizione per sostenere un sistema in crisi".
Vi è però anche l'altro rovescio della medaglia, cioè l'importanza dei Consorzi agrari sul territorio. Si tratta non solo di vendita di mezzi tecnici, ma di innovazione, formazione tecnica, assistenza agli agricoltori. Senza dimenticare migliaia di lavoratori, tecnici preparati che contribuiscono al progresso dell'agricoltura. Da anni i governi sostengono le aziende in crisi o i sistemi che erogano servizi (pensiamo solo alle automobili, oppure alle banche, all'editoria, ai Caf, ai trasporti) e perché non si dovrebbe sostenere una costola del comparto agricolo?
C'è una così forte opposizione ad erogare aiuti ai Consorzi anche perché entrano in ballo le fazioni, i partiti politici, la divisione fra associazioni. Forse sarebbe il caso che tutti facessero un passo indietro e si mettessero chiaramente le carte in tavola. Per il bene dell'agricoltura nazionale.