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Agrinsieme, l'unione fa la forza, parola del nuovo coordinatore Giorgio Mercuri

Il primo accento è quello posto sul lavoro nel settore agricolo e agroalimentare, "Sì ai voucher, lotta contro il lavoro nero e il caporalato". Questo il punto di partenza di quanto esposto da Giorgio Mercuri, nuovo coordinatore di Agrinsieme, nonché presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane settore Agroalimentare.

Il tutto è stato illustrato durante la conferenza stampa del 9 gennaio 2017 al Palazzo delle Cooperazioni a Roma. Mercuri subentra a Dino Scanavino, presidente Cia, che ha condotto Agrinsieme nell'ultimo anno e mezzo. Il passaggio di consegne è stata l'occasione per esporre il piano dell'alleanza, il "Manifesto" dell'aggregazione delle rappresentanze di settore, fra l'Alleanza Cooperative Agroalimentari, Cia, Confagricoltura e Copagri. Sono realtà che rappresentano oltre i 2/3 delle aziende agricole, il 60 per cento del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e oltre 800.000 persone occupate nelle imprese rappresentate dalle quattro confederazioni, oltre che il 35 per cento del fatturato agroalimentare italiano.


Verrascina, Scanavino, Mercuri, Guidi.

Molta carne al fuoco, il programma è ben nutrito e vede un'azione comune sia in ambito nazionale che europeo. Un punto della situazione che arriva anche in un altro momento importante: i quattro anni di vita di Agrinsieme ribadendo la comunanza di intenti e di operatività fra gli aderenti per trovare nuovi modelli di sviluppo e certezze ad agricoltori e imprenditori della filiera.

"E' stato un percorso duro ma estremamente efficace, di condivisione, che ha portato ognuno di noi a modificare le personali prospettive per arrivare a una voce comune e a un progetto comune – ha sottolineato in apertura d'incontro Dino Scanavino, presidente Cia – Abbiamo avuto interlocuzioni con governi, ministri, su argomenti fondamentali, l'Imu, il mondo del lavoro, il caporalato. La presenza del mondo della cooperazione fra di noi dà ancora più forza al lavoro comune, un apporto determinante".


Un momento dell'intervento di Dino Scanavino.

"Là dove si parla di agricoltura e di agroalimentare, si può fare ottima sintesi e azione comune – ha sottolineato Mercuri – Sono convinto che se si vuole dare più forza al settore alimentare e agricolo italiano c'è la necessità di fare squadra anche con soggetti che sono solitamente ritenuti 'dell'altra parte', quindi rappresentanze del mondo industriale; ma non solo, anche le organizzazioni che rappresentano il mondo del lavoro. C'è la necessità di fare sistema in un settore che sta dimostrando, anche in momenti difficili di creare occupazione, di essere solido anche per l'economia italiana. Con il coordinamento cerchiamo di confrontarci su temi quotidiani ma cerchiamo di darci anche temi strategici, da qui il nostro programma del 2017".



"Siamo fortemente convinti che un paese può dare di più se ha anche una stabilità politica – ha proseguito Mercuri – Abbiamo vissuto un 2016 un po' turbolento, ci aspettiamo un 2017 più tranquillo ma, ancora di più, ci aspettiamo scelte politiche che saranno fatte in questi mesi capaci di dare più stabilità e un futuro al nostro Paese: non possiamo pensare che ci sia una politica strategica nazionale là dove non c'è un governo che sia stabile e quindi non possiamo pensare di fare programmi di lungo termine se i nostri riferimenti al ministero dello sviluppo economico e dell'agricoltura non sono certi nel tempo".

"Noi apporteremo il nostro modesto contributo perché riteniamo che sulle scelte che devono essere fatte dalla politica possono essere creati i giusti strumenti che daranno più valore al nostro settore", ha sottolineato la nuova guida di Agrinsieme.

Proprio nell'ambito di questi strumenti, molti sono i punti nevralgici e le sfide che toccano da vicino l'agricoltura e l'agroalimentare secondo il nuovo programma di Agrinsieme, interventi sui mercati in crisi, rilanciare i consumi, rafforzare l'export, rinsaldare le filiere, proporre nuove politiche di green economy e gestione del territorio.

Per quanto riguarda la forza lavoro, sì ai voucher, strumenti da confermare e valido aiuto all'emersione del lavoro nero. Essendo mirato a categorie non professionali e per importi ridotti, è difficile che se ne abusi in agricoltura, visto che i beneficiari possono essere soltanto pensionati e giovani studenti, tra l'altro impiegati esclusivamente in attività stagionali, come la vendemmia. Poi le altre esigenze delle aziende agricole, il bisogno di una flessibilità strutturata per tutte quelle tipologie di attività che non richiedono specializzazione, ma che sono indispensabili per l'ineliminabile andamento ciclico delle produzioni agricole. Quindi le grandi campagne di raccolta e dell'esigenza di avere strumenti normativi e amministrativi che consentano l'impiego intenso di manodopera, in un lasso di tempo molto breve e spesso anche non programmabile.



E qui Mercuri ha posto l'accento anche su nuovi confronti con i sindacati e la necessità di una rete che metta in diretto contatto l'offerta e la domanda di lavoro, utile strumento anch'esso per la lotta al caporalato: da chiarire alcuni aspetti del reato di sfruttamento e all'applicazione degli indici stabiliti, punto che gli operatori del settore ritengono non ben formulato. "Bisogna agire perché non possiamo permettere che, per colpa di qualcuno, passi il messaggio che il prodotto italiano giunge dallo sfruttamento di lavoratori", ha aggiunto Giorgio Mercuri.



Poi il fronte europeo e l'universo Pac (Politica Agricola Comune), tutto da rivedere, "ha creato ulteriore burocrazia, non c'è stato un efficace effetto di sostegno alle imprese: infatti molte aziende hanno continuato a morire, il loro numero continua a diminuire, l'aiuto diretto non è servito - ha rimarcato ancora Mercuri – Un esempio vincente viene dall'ortofrutta che ha raggiunto traguardi notevoli staccandosi dalla Pac pur passando momenti critici. Serve un coordinamento con le altre organizzazioni europee del settore per dare luce alla nuova Pac, in modo da dare vita a un'unica voce, ancora più efficace. Si deve tagliare con quanto è stata nel passato".

Occorre una nuova valutazione dei pagamenti disaccoppiati che rischiano di sovracompensare gli agricoltori nelle fasi positive degli scambi e di non compensarli adeguatamente nei momenti di crisi. La nuova Pac dovrà favorire l'innovazione, l'aggregazione, il legame con il territorio, l'orientamento al mercato interno e internazionale, l'efficace gestione del rischio e la tutela del reddito anche rispetto alla instabilità ed alla volatilità dei prezzi.

L'accento poi si sposta alla valorizzazione dell'area agroalimentare mediterranea per la Pac post 2020, visto che dopo le ultime nazioni entrate nell'Unione europea, la pressione dei paesi continentali si è rivelata spesso schiacciante in un quadro di contrapposizione fra interessi diversi e contrapposti tra aree della stessa Unione. Su questo punto, Agrinsieme intende far accrescere il peso della rappresentanza dei paesi del Mediterraneo.



Sull'interscambio e quindi sul fronte importazioni ed esportazioni, il manifesto Agrinsieme chiede che si conduca sempre un'analisi preventiva sull'impatto di eventuali nuove concessioni commerciali per un costante monitoraggio degli effetti sui mercati e che si valutino meglio le condizioni che i Paesi terzi impongono all'import di prodotti agricoli e a tutte le barriere tariffarie e non tariffarie che i nostri operatori si trovano a fronteggiare.

Infine la semplificazione burocratica, "più è applicata e più rendiamo competitive le nostre aziende", ha detto la nuova guida di Agrinsieme – La nostra burocrazia è il vero tallone di Achille dell'economia italiana".

Molto è stato fatto, il registro unico dei controlli in campo agricolo, una serie di semplificazioni, i processi di dematerializzazione di atti amministrativi, il testo unico del vino e a fine 2015 con la legge di bilancio, il rilancio dei contratti di filiera, il lancio di agricoltura 4.0, l'aumento di agevolazioni come quella dell'Iva su alcuni settori particolarmente deboli come latte e carni, l'abolizione dell'Irpef e di prelievi dannosi su beni destinati alla produzione, quindi l'Imu sui capannoni e sui terreni. Il grosso però deve ancora essere scalzato, un male che provoca perdite economiche spesso irrimediabili e tempi d'attesa infiniti per il disbrigo di pratiche e l'ottenimento di autorizzazioni, paralizzando le imprese.



Il Chi è di Giorgio Mercuri
Imprenditore agricolo foggiano di 52 anni, nel 1982, a Orsara di Puglia, dà vita alla Cooperativa ortofrutticola Giardinetto, di cui è tuttora presidente: la collocazione è proprio nel territorio leader nella produzione di ortaggi e verdure freschi. Qualche anno dopo dà vita alla Farris, specializzata nella produzione di ortaggi e verdure disidratate per la fornitura all'industria alimentare. Dal 1992 Mercuri è anche vicepresidente dell'APO Foggia, uno dei consorzi ortofrutticoli più importanti del Mezzogiorno. Dal 2007 è presidente di Confcooperative Foggia, eletto nel 2010 vicepresidente della Fedagri e dal 2013 presidente. Dallo stesso anno è alla guida dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che associa 5000 cooperative, con 800.000 soci produttori e più di 35 miliardi di euro di fatturato.

Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: