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Controproducenti le sanzioni contro la Russia?

Lo scorso 19 dicembre, il Consiglio europeo ha deciso di prolungare di sei mesi, fino al 31 luglio 2017, le sanzioni economiche alla Russia, introdotte due anni fa da Bruxelles in risposta alle azioni della Russia volte a destabilizzare la situazione in Ucraina.

Secondo alcune stime, in poco più di due anni le sanzioni alla Russia sono costate al sistema Italia tra dieci e dodici miliardi di euro di mancate esportazioni. Il punto più alto dell'interscambio italo-russo si è registrato nel 2013, con circa 55 miliardi di dollari, con il nostro paese al secondo posto tra i partner commerciali europei alle spalle della Germania.

L'economia olandese alla fine soffrirà pesantemente le conseguenze delle sanzioni e dell'embargo. A sostenerlo è Hans de Boer, presidente dell'organizzazione VNO-NCW. "I Russi stanno importando prodotti tecnologici con cui possono creare una loro produzione. Vedo un impatto significativo del boicottaggio e da imprenditori dovremmo preoccuparci. D'altra parte, i Russi non sono ancora davvero in grado di costruire una propria capacità produttiva".



I progressi insufficienti degli accordi di Minsk sull'Ucraina non danno la possibilità di alleggerire le sanzioni dell'UE contro la Russia.

L'analista russo Kirill Rodionov scrive in un blog che il settore agricolo europeo non soffre così tanto l'embargo quanto il consumatore russo. I dati del Gaidar Institute segnalano un aumento del 6% nelle esportazioni europee tra il 2013 e il 2015.

I consumatori russi continuano a subire maggiorazioni superiori al 10%, a seconda del prodotto. L'impatto positivo sul settore alimentare russo non va sopravvalutato. Kirill sostiene che la crescita del settore è inferiore rispetto a quella degli anni precedenti l'embargo.

Mosca non si illude che gli Stati Uniti tolgano le sanzioni contro il Paese, ora che Trump si insedierà alla Casa Bianca. Né che le truppe NATO si fermino ai confini russi.
Data di pubblicazione: