Africa orientale: la Tanzania offre opportunita' d'esportazione
Con 1.700 ettari di terreno a disposizione, Milama rifornisce già i mercati locali con frutta e verdura fresca e di recente ha cominciato ad esportare in Kenya e Dubai. Secondo il direttore operativo Warren Deats, "attualmente stiamo espandendo l'azienda per darci l'opportunità di fornire le migliori varietà e i volumi adeguati ai mercati locali, regionali e internazionali. Con una nave settimanale diretta da Dar es Salaam a Dubai che impiega solo 13 giorni, abbiamo un forte vantaggio competitivo per potere rifornire il Medio Oriente con prodotti freschi, che altrimenti vengono spesso fatti arrivare per via aerea dall'Australia o dal Sud America".
La Tanzania ha tutte le qualità agricole del Kenya, manca solo di storia e reputazione nel settore agricolo globale. Il Paese ha una grande forza lavoro, agricoltori qualificati, clima ideale, così come l'accesso ai porti e a buone strade. Fino ad ora la Tanzania non è stata in grado di capitalizzare su questi fattori vincenti come ha fatto invece il Kenya.
Deats ha aggiunto che in Tanzania sono evidenti le grandi opportunità e l'obiettivo è quello di mettere in atto le corrette strategie per garantire che il Paese si costruisca la stessa reputazione del Kenya come coltivatore e produttore di alcuni dei migliori prodotti freschi di tutto il mondo. Ciò contribuirà in modo significativo anche alla sicurezza alimentare e alla creazione di posti di lavoro in Tanzania.
Nel plasmare la sua strategia, Deats ha spiegato che Milama ha cercato di individuare quello che poteva essere spedito in 13 giorni e che tutti gli altri inviano per via aerea, concentrandosi sui prodotti che potrebbero dare a Milama i massimi rendimenti pur mantenendo un occhio su ciò che arriva per via aerea da tutto il mondo.
Alcuni dei prodotti in questo elenco includono meloni, melagrane, pomodorini e mango. Le melagrane, per esempio, sono molto richieste in Medio Oriente, perciò la chiave è trovare un partner in Medio Oriente e poi verificare che esista una domanda regolare per una fornitura costante di alta qualità. "Abbiamo solo bisogno di posizionare la Tanzania come fornitore affidabile - ha detto Deats - e credo che la qualità del nostro prodotto parli da sé; infatti, abbiamo già avuto recensioni positive sia dall'Africa orientale sia dal Medio Oriente".
Da parte sua, Sophie Hunter, responsabile vendite e distribuzione, ha spiegato che per il momento Milama si concentrerà sui prodotti convenzionali, dato che i prodotti biologici e le specialità sono per lo più richiesti in Europa e i mercati più importanti sono Medio Oriente e Asia. "La prima cosa più importante per noi è la spedizione della giusta varietà per il Medio Oriente, la scelta della varietà che è richiesta là, e i nostri agricoltori hanno molta esperienza nella coltivazione; ritengo quindi che saremo in grado di produrre un prodotto d'esportazione di qualità elevata".
Deats ha spiegato che un altro grande vantaggio sono le strutture di post-raccolta della società. Milama è l'unica nella zona in grado di accedere al mercato di esportazione sia con prodotti freschi sia disidratati, dato che l'azienda dispone di un centro di confezionamento e di un impianto di essiccazione che le permettono di produrre e commercializzare prodotti essiccati dal valore aggiunto.
Infine, vale la pena menzionare che la società continua a focalizzarsi sulle questioni sociali e si concentra sull'essere un datore di lavoro buono e giusto nella zona. "Il nocciolo della questione è che la povertà e la sicurezza alimentare in Africa è uno dei più grandi problemi che il continente (se non tutto il mondo) si trova ad affrontare, perciò più prodotti ortofrutticoli coltiviamo e più gente assumiamo".
Deats ha aggiunto anche che il benessere dei propri lavoratori è molto importante per l'azienda e resterà tale anche al crescere dell'attività. "Il nostro obiettivo è quello di essere uno dei principali produttori di merce fresca in Africa orientale".
Milama è certificata GlobalGap e BRC e garantisce così che si osservino tutte le buone pratiche agricole internazionali.
Per maggiori informazioni:
Sophie Hunter
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