
"Considerando che gli ultimi dati parlano di un -25% di kiwi italiano rispetto al 2015 – dice Bucella – mi aspettavo una partenza più sostenuta. E' vero che abbiamo davanti ancora molti mesi di commercializzazione e quindi non siamo troppo preoccupati. Ad ogni modo occorre stare in allerta e non rilassarsi troppo. I kiwi della Grecia non sono certo migliori dei nostri, anzi; ma vanno a colmare tanti vuoti di mercato grazie al prezzo. E' un prodotto piuttosto economico. L'alta gamma, per contro, è occupata da Zespri. Nel mezzo, vi è la gran parte del prodotto italiano che non è identificabile né nella fascia bassa, né in quella eccezionale. E questo, paradossalmente, sta penalizzando i nostri kiwi".

Occorre quindi aspettare che la Grecia allenti la pressione sui mercati europei, ma non solo. A quel punto ci sarà il via libera, all'estero, per il prodotto italiano. Bucella afferma che le esportazioni verso le mete oltremare sono state inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a causa della coda di produzione della Nuova Zelanda.

"La qualità del kiwi italiano – conclude Bucella – almeno per quello che ci riguarda, è ottima, al pari della conservabilità. Credo, e auspico, che in poche settimane le esportazioni possano partire a pieno regime".

GranFrutta Zani esporta circa il 70% del proprio kiwi. Oltre all'Europa, spedisce in Sud America cioè Argentina e Brasile, Asia, Medio Oriente. Il mercato italiano è rappresentato per lo più dalla Gdo. Il prodotto di alta gamma di GranFrutta Zani è proposto a marchio "Solatìa".
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