Niente accordo di libero scambio entro fine anno tra UE e Giappone. Sono terminati con un nulla di fatto i negoziati a Tokyo la cui ambizione era invece arrivare a chiudere. Ora la speranza da parte di Bruxelles è riuscire a trovare un'intesa a inizio 2017, se Tokyo si muoverà dalle sue posizioni di chiusura inattese che hanno sorpreso gli europei.
"Non ci siamo ancora, ci sono alcune questioni dove i compromessi sono più difficili di quanto entrambi avessimo pensato, pensiamo ora che sia necessario ulteriore lavoro", ha dichiarato il caponegoziatore UE Mauro Petriccione al termine delle due settimane di negoziato intensivo a Tokyo. L'obiettivo resta raggiungere un "buon accordo" ma, ha avvertito, "se questo non soddisfa i nostri rispettivi interessi di esportazione, non può funzionare in alcun modo". Per questo "dobbiamo continuare a lavorare nelle prossime settimane per avvicinare" le posizioni in modo da raggiungere "un accordo di principio con il giusto equilibrio, il prima possibile all'inizio del prossimo anno".
Diverse le questioni aperte su cui non è ancora stata trovata un'intesa tra Tokyo e Bruxelles, ma "principalmente", hanno spiegato fonti della Commissione, si tratta del settore auto e quello agroalimentare. "L'interesse strategico per il Giappone è la completa liberalizzazione" ma "per noi non è assolutamente questione di sacrificare il settore dell'automotive a qualunque prezzo", per questo "abbiamo chiesto cosa potevamo avere in cambio per giustificarla", riferiscono le fonti.
La Commissione ha posto diverse condizioni, tra cui un periodo di transizione, una clausola di salvaguardia a tutela del mercato e dei costruttori europei, e l'adeguamento degli standard in modo da consentire l'accesso al mercato giapponese anche ai costruttori europei. Per l'Europa un altro dei settori chiave è quello agroalimentare, in quanto il mercato giapponese è particolarmente interessante per le sue caratteristiche. A sua volta, però, è un settore "molto delicato" anche per i giapponesi, in particolare sul fronte dei prodotti lattiero-caseari, la carne bovina, i cereali e le indicazioni di origine.
"Possiamo farcela ma si sta dimostrando molto più difficile del previsto", hanno ammesso le fonti della Commissione, spiegando di essersi "confrontati con un livello di reticenza più elevata di quanto ci aspettassimo, pensavamo di conoscere i giapponesi e invece è stato abbastanza sorprendente per noi". Bruxelles non intende comunque fissare date limite per chiudere l'intesa. "Non siamo mai schiavi delle scadenze", hanno affermato le fonti, evitando di fare previsioni e rinviando la palla nel campo del Giappone: "Bisogna fare la domanda a Tokyo".


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