ENEA coordina il progetto PEFMED sulla sostenibilita' della filiera agroindustriale
"Con questo progetto contribuiremo a rendere il mercato dell'agroindustria europeo più green, innovativo e trasparente grazie ad una certificazione ambientale unica, che punta da una parte ad agevolare la commercializzazione di prodotti verdi in Europa e dall'altra ad aumentare la fiducia dei consumatori nelle dichiarazioni ambientali che li accompagnano", commenta Caterina Rinaldi, ricercatrice ENEA e coordinatrice del progetto. ENEA, l'Agenzia per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, lavorerà a stretto contatto con l'associazione di categoria di Confindustria Federalimentare, che coordinerà le attività delle 6 più importanti federazioni internazionali del settore agroindustria, gestendo le attività di comunicazione, trasferimento tecnologico alle aziende e sperimentazione sul campo, per ridurre l'impronta ecologica della filiera agroalimentare; solo in l'Italia il giro d'affari di questo comparto ammonta a oltre 130 miliardi di euro - l'8% del PIL nazionale - con circa 7 mila aziende impiegate nel settore.
"Si tratta di un progetto ambizioso che ci vede coinvolti in prima linea a fianco di altri importanti partner europei sotto la guida scientifica dell'ENEA", dice il Presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia e continua: "Oggi l"industria alimentare attraverso un'assunzione di responsabilità costante pone sempre più spesso la sostenibilità al centro delle proprie strategie: valorizzazione delle materie prime, riduzione dei consumi d'acqua (anche fino al 70% dagli anni '90 a oggi su una media europea del 40%), diminuzione dell"impatto energetico (-30% dei consumi in 20 anni), ottimizzazione del packaging, lotta agli sprechi sono solo alcune delle azioni messe in campo". E conclude il presidente: "Con queste premesse la Federazione non può che guardare con interesse a iniziative come queste che favoriscono processi di 'greening' e interventi sistemici mirati nella filiera agroalimentare unitamente alla diffusione sul mercato di modelli eco-innovativi".
Il progetto PEFMED applicherà in via sperimentale la metodologia "Product Environmental Footprint" elaborata dalla Commissione europea, integrandola con indicatori di tipo territoriale e socio-economico, per misurare l'impatto ambientale (cambiamento climatico, riduzione dello strato di ozono, impoverimento delle risorse idriche, destinazione dei suoli, eco-tossicità) di un campione di circa 100 imprese localizzate in nove distretti territoriali europei. Per l'Italia sono state scelte le regioni Puglia e Lombardia.
Il metodo prende in considerazione gli impatti di un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita, a partire dalla coltivazione delle materie prime, passando per la lavorazione, il trasporto e l'uso, fino ad arrivare allo smaltimento e al riciclaggio. Inoltre, dall'analisi degli stress test sarà possibile ottenere informazioni utili a classificare i prodotti agroalimentari con le performance ambientali migliori e a incentivare le imprese a innovare in chiave green i processi produttivi, nel pieno rispetto delle vocazioni agroalimentari dei singoli territori.