Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

"Lusia (RO): resoconto della visita al campo prove varietale radicchio e progetto "Residuo Zero"

Vanto per l'agricoltura Veneta, il Radicchio è stato presentato durante una giornata in campo, in tutte le sue splendide varietà; il famoso radicchio Variegato di Lusia precoce medio e tardivo, il Radicchio di Verona IGP il lungo di Treviso, il Chioggia e il variegato di Castelfranco.

Prodotto tipico locale, è stato proposto selezionando varietà di sementi e con nuovi ibridi T&T che tendono a migliorare la resistenza della pianta a patogeni e stress di origine climatico ambientale. Il tutto per poter osservare e toccare con mano le caratteristiche agronomiche e qualitative di un prodotto che da decenni caratterizza la cultura contadina veneta.



Durante la visita al campo varietale, hanno preso il colo i droni di Agritechno (ditta piemontese leader nel settore) per un breve volo dimostrativo a seguito delle procedure di armamento e briefing pre-volo.



Poco dopo, tecnici e agricoltori si sono spostati nella sede di "Dimensione Agricoltura" di Lusia per un dibattito su come cercare di riscoprire e rivalutare questo prodotto fortemente radicato nel Polesine, utilizzando tecnologie sempre più all'avanguardia.



Il tutto per cercare di arrivare a una "agricoltura di precisione" con strumenti sempre più accurati ed efficienti. Sembrerebbe quasi impensabile poter utilizzare un drone in agricoltura, bensì tutt'ora vengono usati per il monitoraggio visivo (dall'alto) delle culture, permettendo di visualizzare nel dettaglio fotogrammi termografici, usati per scovare problemi funginei, attraverso la riflettanza e sfruttando la multispettralità delle immagini (la capacità degli oggetti di captare i colori e rifletterne solo alcuni): il tutto consente di individuare in maniera quasi preventiva un attacco di insetti o di malattie fungine con fotogrammi che ci possono dare nel dettaglio anche la pendenza o avvallamenti di un terreno e quindi segnalare un eventuale ristagno idrico.




L'utilizzo quindi dei droni potrebbe essere un passo avanti nel settore per la loro precisione, per la possibilità di intervenire in maniera diretta (con trattamenti) o di controllo e per il loro esiguo costo di impiego, ovviamente rapportato a ettaro.



Ecco che si può parlare di colture a basso impatto ambientale con l'obiettivo di arrivare a prodotti (cereali, frutta e verdura) che non abbiamo alcun residuo di fitofarmaci in sede di analisi chimica e di vendita al consumatore.



Da qui parte il "Progetto Residuo Zero" fortemente sentito e portato avanti da Vasco Veronese (perito agrario polesano) e il suo Staff che, attraverso analisi chimiche del terreno e conoscenza del territorio, sfruttando una scelta varietale corretta, con la micorrizazione (utilizzo di funghi "buoni" antagonisti) del terreno, utilizzando diserbi meccanici non più chimici e con la confusione sessuale applicata agli insetti dannosi (che evita si possano riprodurre), può aiutare il territorio a transitare gradualmente verso un'agricoltura "futuristica" o meglio "del domani", che si avvale di apparecchiature all'avanguardia ma rispetta la Terra, protegge il produttore, e il consumatore.

Data di pubblicazione: