E' stata approvata in via definitiva al Senato la legge per la promozione della filiera della canapa.
"Con l'approvazione di questa legge - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - finalmente regolamentiamo un settore dal grande potenziale per la nostra agricoltura non soltanto dal punto di vista economico, ma anche della sostenibilità. Diamo riferimenti chiari ai tanti agricoltori interessati a poter investire in una filiera che ha moltissimi sbocchi commerciali, con un potenziale di redditività elevata. La coltura della canapa infatti è in grado di ridurre l'impatto ambientale per le sue qualità e caratteristiche. Con questa nuova norma riusciamo a dare una nuova risposta alle richieste del mondo agricolo".
In particolare il provvedimento identifica le varietà di canapa per la coltivazione e individua i settori produttivi in cui può essere impiegata che vanno dall'alimentazione (cfr. FreshPlaza del 22/11/2016) alla cosmesi, dall'industria e artigianato al settore energetico e alle attività didattiche e di ricerca.
Sul piano della semplificazione la legge consente la coltivazione della canapa senza la necessità di autorizzazione. Per favorire le attività di produzione e trasformazione nel settore, il Mipaaf destinerà annualmente una quota delle risorse disponibili dei piani nazionali entro il limite massimo di 700.000 euro. Per quanto riguarda i controlli, il Corpo forestale è autorizzato a svolgere le attività di verifica.
Coldiretti Taranto: bene l'ok del Senato, in un anno raddoppiati i terreni coltivati
"Bene l'approvazione in Commissione Senato del disegno di legge che razionalizza la coltivazione e l'utilizzo della canapa. Taranto può diventare il distretto della canapa del Sud Italia e in alcuni casi potrebbe essere una efficace risposta ambientale all'emergenza creata dall'ILVA. Dalle attività sulla canapa ed in particolare dalla selezione di nuove varietà stanno emergendo applicazioni in campo alimentare, cosmetico e nutraceutico che verosimilmente offriranno nuove possibilità di sviluppo di impresa e l'assunzione di nuovo personale. Può essere coltivata senza alcun impiego di diserbanti e insetticidi. Ha minime esigenze di fertilizzanti e lascia nel terreno una buona dotazione di sostanza organica, rappresentata da una gran parte dell'apparato fogliare, oltre all'abbondante e profondo apparato radicale". E' il commento del Presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo, alla notizia dell'approvazione della Commissione Agricoltura del Senato, in sede deliberante, del DdL sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa.
E' boom nella coltivazione della canapa (cannabis sativa) in provincia di Taranto, con un aumento di più del doppio dei terreni coltivati rispetto all'anno scorso a scopo tessile, edile, cosmetico, ecc.. Un vero boom spinto dalle molteplici opportunità di mercato che offre questa coltivazione particolarmente versatile e dalla quale si ottengono dai tessuti ai materiali edili, ma anche olio, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, carta o imballaggi. Ma c'è pure il pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.
Il Ddl prevede la promozione di azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondono, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle proprietà della canapa e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del confezionamento.
"Il seme di canapa e gli alimenti derivati contengono, infatti, proteine – aggiunge Aldo De Sario, Direttore di Coldiretti Taranto - che comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, in proporzione ottimale e in forma facilmente digeribile. Dalla canapa si ricavano inoltre tessuti naturali ottimi sia per l'abbigliamento, poiché tengono fresco d'estate e caldo d'inverno, sia per l'arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Le colture che seguono la canapa rispondono positivamente, producendo sensibilmente di più. In alcuni casi il grano rende anche il 20 per cento in più rispetto ad una tradizionale rotazione con altre graminacee o bietola. I venti anni dedicati quasi esclusivamente a studiare questa pianta hanno consentito all'Italia di collezionare un catalogo di canapa selvatica e non, con più di 300 tipi diversi.
Si tratta in realtà – rileva la Coldiretti - di un ritorno per una coltivazione che fino agli anni '40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all'Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l'avvento del "boom economico" che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.
ll Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata "Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti" (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui – prosegue la Coldiretti - la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la "legge Cossiga" contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Il boom della coltivazione della canapa è un'ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese.


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