Jose Tarazona, responsabile dell'Unità Pesticidi dell'EFSA, ha detto: "Gli alti tassi di conformità registrati per il 2014 sono in linea con quelli degli anni precedenti, il che significa che l'Unione europea continua a proteggere i consumatori controllando la presenza di residui di pesticidi negli alimenti. Il nostro rapporto annuale è un lavoro importante basato sui dati che riceviamo dagli Stati membri. Non sarebbe possibile senza l'impegno e la competenza dei nostri partner europei, che ringraziamo per il loro contributo".
"Siamo sempre alla ricerca di modi per migliorare il rapporto annuale - ha aggiunto Tarazona - Quest'anno, per esempio, abbiamo migliorato in misura significativa l'armonizzazione e l'integrazione dei dati sottoposti all'EFSA. Il rapporto di quest'anno contiene anche suggerimenti che crediamo possano rendere più efficaci i programmi di controllo dei pesticidi".
Agrofarma - Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica - ha espresso la sua soddisfazione nel rilevare ancora una volta gli altissimi standard qualitativi dei prodotti italiani, figli di un sistema di limiti e controlli estremamente stringenti ed efficaci che garantiscono il più alto livello mondiale di sicurezza per i consumatori (cfr. FreshPlaza del 26/10/2016).
Principali risultati
- Il 97% dei campioni analizzati rientrava nei limiti di legge;
- di questi il 53,6% era privo di residui quantificabili e il 43,4% conteneva residui che rientravano nelle concentrazioni ammesse;
- dei campioni provenienti da Paesi UE/SEE, l'1,6% conteneva residui eccedenti i limiti di legge. Per i campioni da Paesi terzi la percentuale corrispondente era del 6,5%;
- nel 91,8% dei campioni di alimenti per l’infanzia non sono stati rinvenuti residui quantificabili;
- il 98,8% dei prodotti biologici erano o privi di residui o li contenevano nei limiti di legge;
- l'EFSA ha utilizzato i dati della relazione per valutare se l'attuale esposizione alimentare ai residui di pesticidi rappresenti un rischio di lungo termine (cronico) o di breve termine (acuto) per la salute degli Europei. L'Autorità ha concluso che in entrambi i casi è improbabile che l'esposizione costituisca un rischio per la salute umana.