Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Cooperativa Zaufanah: le antiche mele dell'Etna Presidio Slow Food

Nei terreni agricoli alle pendici dell'Etna, all'interno di quello che oggi è un Parco Naturale, un tempo erano coltivate mele, pere e ciliegie, ma soprattutto le antiche varietà di melo hanno rappresentato fino agli anni '70 la più importante biodiversità pomologica dell'Etna, con una ventina di varietà più o meno diffuse. Le più apprezzate erano quattro: la cola, la gelato, la gelato cola, la cirino.

Le antiche mele dell'Etna hanno avuto il riconoscimento Presidio Slow Food, un risultato fortemente voluto dalla cooperativa Zaufanah di Zafferana Etnea, con alla guida il presidente Leonardi (nella foto a destra), la vice presidente Matilde Riccioli, i consiglieri del Cda e i 21 tutti i soci che si sono adoperati alla sua costituzione.

Il nome Zaufanah trae ispirazione dall'antico nome del paese Zafferana Etnea, che in arabo vuol dire "giallo" (il territorio è molto ricco di ginestre il cui fiore è giallo, ndr).

Le mele dell'Etna riconosciute dal presidio sono 19, i frutti sono generalmente di piccole dimensioni. Le varietà Gelata, Cola, Gelata Cola, sono ancora presenti con una discreta produzione, le altre varietà, i cui esemplari sopravvivono ormai in pochissime piante, sono: San Giovanni, Auruduci, Barriatu, Bunnanza, Rumaneddu, Cardillo, Cirino, Donneddu, Turca, Lappio, Lappione, Maledeci, Medonna, Rotolo, Ruggia, Zuccareddu.

E' interessante anche la presenza di vecchie varietà di pere, in particolare Butirra, Ucciardone e Spineddu. La raccolta avviene tra metà luglio e fine agosto (per quelle estive) e si sposta alla prima metà di ottobre (per quelle invernali).

"Queste rare varietà autoctone hanno - racconta Matilde Riccioli - e avranno sempre più, l'attenzione da parte dei proprietari perché ne sia incrementata la coltivazione".

"Dal gennaio 2016 - prosegue Matilde - le nostre mele sono divenute presidio Slow Food, e per questo dobbiamo ringraziare la Presidente del Parco dell'Etna Marisa Mazzaglia che ha creduto in noi e nel progetto, finanziando con i fondi il nostro ingresso nel presidio delle antiche mele. Per le qualità organolettiche e i metodi di coltivazione, il nostro prodotto si differenzia notevolmente dalle mele comunemente commercializzate. La zona di produzione comprende tutti i comuni del Parco dell'Etna che presentano produzioni significative tra gli 800 e i 1500mt sul livello del mare".



La particolarità delle mele è che nascono in un ambiente integro, esente da ogni forma di contaminazione o di inquinamento, ricadendo peraltro nel comprensorio del Parco dell'Etna. Le condizioni pedoclimatiche sono pertanto uniche. Il melo dell'Etna, vigoroso e dal portamento elegante, sopravvive e si adatta al terreno di origine lavica, traendo da esso quelle qualità organolettiche e la fragranza che ne caratterizzano il frutto.

Gli impianti dei meleti etnei sono disposti per lo più sui tipici terrazzi delimitati da muratura di "conci lavici". Innestati su franco con tecniche tradizionali, subiscono lavorazioni rade secondo tecniche del "no thilling" e scarsi trattamenti di difesa, come nel caso di quei produttori che praticano la permacoltura, per lo più secondo criteri della lotta integrata biologica.

Le cultivar in uso, di tipo tradizionale sono frutto di innesti tra specie autoctone, sviluppatesi nei secoli secondo evoluzioni singolari.

La raccolta avviene senza l'ausilio di mezzi meccanici in prossimità della maturazione del prodotto, il cui trasporto viene ancora effettuato a spalla con panieri intrecciati, chiamati in siciliano "i panara".



Le mele dell'Etna sono oggi utilizzate per il consumo fresco, dopo breve maturazione in fruttaia. "Abbiamo potuto constatare (e ne abbiamo dato un saggio al salone Terra Madre di Torino) - proseguono dalla cooperativa - che il prodotto è idoneo sia per la trasformazione in composte e confetture, sia per la realizzazione di gelati, oggi preparati e venduti da alcune gelaterie di Torino con ottimo risultato".

Intervistata da FreshPlaza, la vice presidente della cooperativa, Matilde Riccioli (nella foto a destra), dichiara: "La campagna commerciale di fatto è agli inizi, in quanto i conferimenti da parte dei soci stanno iniziando da quest'anno. La cooperativa infatti ha lavorato fino ad oggi per recuperare e reimpiantare i vecchi meleti in parte abbandonati, grazie alla passione dei proprietari che vogliono conservare la tradizione, coltivando le mele di varietà cola, gelato cola ed altre, presenti in questa zone tra i 800 e 1500 mt di altitudine. La produzione ancora oggi è limitata a poche decine di quintali, ma si stima che nei prossimi anni il raccolto aumenterà notevolmente".

"Dall'esperienza che abbiamo fatto al Salone terra madre di Torino, dove abbiamo catalizzato l'attenzione dei visitatori tra cui il presidente Mattarella, le principali destinazioni di vendita dovrebbero essere i negozi specializzati nella vendita di prodotti di nicchia, come appunto è il nostro, sicuramente escludendo supermercati e grande distribuzione".


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Luciana Littizzetto alla scoperta della mela dell'Etna.

"La nostra cooperativa è nata anche per incentivare il turismo rurale, per cui si pensa di vendere direttamente sul posto di produzione, offrendo al fruitore aree attrezzate e la possibilità di raccolta diretta dei frutti. I canali di vendita saranno la vendita diretta e qualche grossista selezionato, ma si sta valutando la possibilità di contattare gruppi d'acquisto".

Presentazione del prodotto
"Finora i frutti sono stati confezionati in cassette di legno o di cartone, ma è possibile studiare altre forme di confezionamento, in funzione del tipo di richiesta".

"La raccolta va da ottobre a novembre inoltrato, in funzione dell'altitudine. Nelle zone oltre i mille metri il raccolto si conserva negli antichi magazzini, i cosiddetti bagli etnei di conci in pietra lavica, dove i frutti possono rimanere anche sei mesi dalla raccolta".

"Nella zona di produzione le condizioni climatiche della stagione passata hanno avuto riflessi negativi per la presenza di precipitazioni di grandine nel periodo di formazione dei frutti (giugno), comunque senza pregiudicare del tutto la produzione".

Contatti:
Cooperativa Zaufanah
Via Sciascia, 1
95019 Zafferana Etnea (CT)
Tel.: 095 956641
Presidente Alfio Leonardi - cell. 329 6313407
Vice Presidente Matilde Riccioli - cell. 3803 612202
Email: [email protected]
Web: www.zaufanah.com