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Alla ricerca della confezione da 130 grammi che faccia decollare le vendite

Uva da tavola: il mercato si orienta sulle apirene

L'uva da tavola italiana, e a livello mondiale, subirà nel giro di pochi anni una rivoluzione che è già in atto, cioè il passaggio alle varietà apirene (= senza semi). Pertanto gli agricoltori devono ragionare in questo ordine di idee; è già fin troppo tardi per pensarci. Di questo e altro si è parlato ieri alla fiera Fruit Attraction a Madrid, durante un affollato convegno dove sono stati protagonisti anche due italiani: il professor Carlo Fideghelli e Maurizio Ventura manager di Sun World per l'Europa.



"Che ci piaccia o no – ha dichiarato Ventura - i consumatori si stanno orientando verso l'uva apirena. I mercati del nord Europa e quelli anglosassoni hanno già effettuato questa svolta. Appena la Germania la farà, per l'uva tradizionale sarà dura. Vero è che si potrebbero fare indagini di mercato più approfondite, specie da parte di associazioni di produttori e del mondo commerciale".


Maurizio Ventura

Durante il Grape Attraction si è parlato anche di strategie per aumentare i consumi. Ad esempio, perché nei supermercati i reparti macelleria, panetteria, pasticceria, pesce sono tutti con servizio assistito, e l'ortofrutta è a libero servizio? Se ci fosse un operatore fisso, e capace, le vendite aumenterebbero.



E ancora: Ventura ha spiegato che anche chi commercializza deve rinnovarsi. Serve un serving size da 130 grammi, facile da mangiare fuori casa, come a scuola e in ufficio. Deve essere una confezione richiudibile, maneggevole e l'uva deve essere già lavata. Con queste scelte di presentazione, un prodotto di buona qualità andrebbe sicuramente a ruba.


Carlo Fideghelli

Il professor Fideghelli, presidente del Comitato tecnico e scientifico della Rete Italian Variety Club (IVC) ha spiegato come l'alleanza fra pubblico e privato abbia dato vita a tale progetto di ricerca varietale che permetterà di costituire varietà di uva da tavola per lo più apirene.



"Ogni territorio ha una sua vocazione – ha detto Fideghelli – e occorre studiare in loco la risposta delle piante. La sinergia fra mondo produttivo, commerciale, vivaistico, e Università di Bari, Catania e del Crsfa Basile Caramia di Locorotondo può portare alla costituzione di varietà libere da royalties e più adattabili a clima e vocazionalità dei territori".