Dal documento si evince come tra il 2010 e il 2013 ci sia stato un crollo delle vendite di ortaggi freschi, passando da 3,79 a 3,74 milioni di tonnellate. Nel 2014, rispetto all'anno precedente, c'è stato un lievissimo rimbalzo; nulla di eclatante perché parliamo di poche migliaia di kg di ortaggi freschi venduti in più, ma è stato comunque un segnale positivo che peraltro, nell'anno successivo (nel 2015 rispetto al 2014) si è consolidato.

L'andamento delle vendite di ortaggi freschi nel Regno Unito, dal 2010 al 2015. Dati in migliaia di ton. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Fonte grafico: Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo - Confcooperative su dati Euromonitor)
Anche per i prossimi anni le vendite di ortaggi freschi nel Regno Unito sono date in aumento e, se l'anno scorso ne sono state venduti 3,76 milioni di tonnellate, la stima parla di 3,81 milioni di tonnellate che saranno vendute nel 2020, che è un dato ancora superiore rispetto a quello di partenza del rapporto Confcooperative (il 2010).

Le previsioni delle vendite di ortaggi freschi nel Regno Unito dal 2015 al 2020. Dati in migliaia di ton. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Fonte grafico: Ufficio Studi e Ricerche Fondosviluppo - Confcooperative su dati Euromonitor)
Nel 2015, nel Regno Unito, il 40,2% di tutti gli ortaggi freschi sono stati venduti confezionati, il restante invece sfuso. In questo, indipendentemente dal fatto che fossero confezionati o meno, va sottolineata l'importanza dei prodotti da commercio equo e solidale, un po' come si è registrato anche nel caso delle vendite di frutta fresca, pur non arrivando a superare il bio (cfr. FreshPlaza del 09/09/2016). Nel paese di Sua Maestà, il 6% di tutti gli ortaggi freschi venduti viene da questo tipo di commercio, pochi punti percentuali sotto ai prodotti biologici (che rappresentano il 9,4% delle vendite totali).