Terremerse: ripresa delle drupacee direttamente proporzionale all'estate
Partiamo con le albicocche che – riporta la cooperativa – sono state in sofferenza fino alla prima decade di luglio. In questo ha pesato anche la scarsa qualità delle prime partite; la causa soprattutto le piogge di giugno che hanno condizionato il prodotto, caratterizzato da un basso grado Brix. In questo non ha inoltre aiutato anche un'estate che, dal punto di vista climatico, ha stentato a partire e che ha portato a una domanda inferiore a quella dello stesso periodo dell'anno precedente. Dopo la prima decade di luglio, però, la situazione è (fortunatamente) cambiata: le albicocche dei primi stacchi non sono state messe in conservazione per problemi qualitativi e ciò ha portato a un'offerta limitata di prodotto, mentre l'estate è finalmente decollata portandosi su temperature normali per il periodo. Tutto questo ha trainato consumi e prezzi.
Discorso abbastanza simile anche per le susine, con le varietà gialle che nella parte iniziale della campagna hanno spuntato prezzi inferiori a quelli dello stesso periodo del 2015, e con una qualità non eccelsa e, al pari delle prime albicocche, bassa nel grado zuccherino. Anche in questo caso i prezzi sembrano in lenta ripresa dalla prima decade di luglio, portandosi a livelli simili, a parità di periodo, con quelli della passata stagione. Le varietà a polpa soda, rosse o nere, segnalano dal canto loro una domanda crescente.
(Fonte foto: Facebook - Terremerse)
Se – continuano da Terremerse – quest'anno, a differenza del 2015, non c'è stato il calo di quotazione registrato soprattutto sui calibri per l'export (alias l'A, il B e il C) di pesche e nettarine, più in difficoltà sono invece i calibri A+, il cui andamento è sicuramente influenzato dalla scarsa domanda, legata a un'estate lenta nell'esplodere. Con l'arrivo del clima estivo vero e proprio, la domanda è cresciuta, soprattutto per le pesche a polpa gialla e di calibro grosso. Complessivamente, a parità di periodo, i prezzi indicativi del 2016 sono sostanzialmente migliori rispetto a quelli del 2015, e questo sembra essere particolarmente accentuato per il prodotto biologico, i cui valori di riferimento rispetto alla campagna 2015 risultano in notevole incremento.
Più problematica infine la stagione delle angurie che, dopo un'annata eccezionale come fu quella scorsa, sia in termini di quantitativi che di prezzi, ha registrato un inizio campagna di segno opposto. Le condizioni climatiche della prima parte della stagione estiva – concludono dalla cooperativa di Bagnacavallo (RA) - hanno impattato negativamente sulla domanda, che è stata sensibilmente minore rispetto a quella dell'anno scorso. Stesso discorso per i prezzi indicativi, che si sono attestati su valori nettamente inferiori rispetto all'annata record 2015.