
Ricercatori dell'Università di Palermo e Reggio Calabria hanno valutato come cambiano le caratteristiche qualitative del kiwi se si ritarda l'epoca di raccolta.
Lo studio è stato condotto su kiwi Hayward di un frutteto commerciale ubicato nel sud Italia. In questa zona, l'epoca di raccolta convenzionale inizia 160 giorni dopo la piena fioritura (=DAFB, days after full bloom), durante la prima decade di novembre.
Per lo studio, i frutti sono stati raccolti da 130 a 192 DAFB; i ricercatori hanno misurato peso fresco, sostanza secca, colore e consistenza della polpa, contenuto totale di solidi solubili (TSS), acidità titolabile (TA), contenuto di acido ascorbico (AA), contenuto totale di polifenoli (TPH) e la capacità antiossidante (TAC).
Dopo 120 giorni di conservazione, i frutti raccolti a 178 DAFB avevano maggior peso fresco, sostanza secca, durezza della polpa, TSS, TA e minore perdita di acqua rispetto ai frutti raccolti a 160 DAFB, senza differenze significative in AA, TPH e TAC. Inoltre, la capacità antiossidante è risultata correlata più al contenuto totale di polifenoli che al contenuto di acido ascorbico. I primi frutti raccolti, fra 130 e 158 DAFB, sono risultati sia di scarsa qualità sia con una scarsa tenuta post-raccolta.
I ricercatori concludono che ritardare il momento di raccolta, nelle zone con inverni miti come quelle del Sud Italia, è risultata una scelta tecnica che ha migliorato la qualità dei frutti e ne ha aumentato il valore commerciale.
Fonte: Gullo Gregorio, Dattola Antonio, Liguori Giorgia, Vonella Vincenzo, Zappia Rocco, Inglese Paolo, 'Evaluation of fruit quality and antioxidant activity of kiwifruit during ripening and after storage', 2016, Journal of Berry Research, Vol. 6 (1), pp. 25-35. DOI: 10.3233/JBR-150111
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Gregorio Gullo
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