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Presentata ad Expo

E' italiana la prima esperienza di agricoltura circolare

Applicare i principi dell'economia circolare anche al settore agricolo puntando sul recupero delle risorse sottratte al terreno ma ancora in circolo: scarti delle industrie agroalimentari, reflui civili, letame delle stalle. Così si preservano la fertilità del terreno, la biodiversità e si diminuisce la quantità di rifiuti prodotti. E' stato questo il tema al centro del convegno svoltosi, nel padiglione del ministero delle Politiche agricole a Expo Milano 2015, "La circolarità del mondo agricolo. L’applicazione dei principi dell’economia circolare in agricoltura".

L'appuntamento è stato l'occasione per presentare un esempio d'eccellenza di agricoltura circolare, la prima in tutta Europa, e made in Italy. Viene dal territorio neorurale della Cassinazza, tra le province di Pavia e Milano.


(Foto: Ansa)

"Dal 1996 abbiamo intrapreso un percorso di rinaturalizzazione dell'azienda in linea con la Politica agricola comunitaria, finalizzata a ripristinare la giusta sintonia con gli elementi naturali - spiega Francesco Natta, amministratore delegato di Acqua&Sole - Il recupero degli elementi nutritivi asportati dai raccolti e scartati nelle successive fasi di utilizzo ci ha resi autonomi da un punto di vista degli elementi nutritivi, riducendo l'inquinamento da nitrati e fosfati".

Per sfamare quasi 10 miliardi di persone al 2050, l'attuale sistema agricolo dovrebbe essere in grado, in meno di 40 anni, di raddoppiare la produzione di soia e carne e di incrementare di un terzo quella di cereali.

Un'agricoltura circolare - è emerso durante il convegno - potrebbe rappresentare la soluzione anche al problema dell'erosione del terreno che causa la perdita, ogni anno nel mondo, di 24 miliardi di tonnellate di suolo, che la natura riesce a ricostituire annualmente solo per una centesima parte: insomma, la natura impiegherà 100 anni per recuperare ciò che l'uomo distrugge ogni anno.
Data di pubblicazione: