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I riflessi dell'embargo russo sul mercato interno

A causa del boicottaggio delle mele europee, una precedente tendenza al ribasso nei prezzi, che era in atto sul mercato interno russo, è stata interrotta; l'inevitabile conseguenza sarà un rialzo delle quotazioni, la cui misura dipenderà anche dalla possibilità di trasportare le mele polacche e moldave in Russia attraverso altre frontiere.

Dal 2010, i prezzi delle mele in Russia erano costantemente diminuiti. Dopo che, nel 2012, la nazione aveva aderito all'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO), la tendenza al ribasso si era rafforzata. Nella stagione 2010/11, il prezzo era di 1,43 dollari al kg, in quella del 2013/14, era diminuito a 0,89 dollari al kg. La ragione principale della flessione dei prezzi era stato il requisito imposto da WTO per ottenere una riduzione dei dazi doganali sulle mele. La metà delle mele proveniva dalla Polonia. La coltivazione locale, che rappresenta il 20% del volume, ha sempre avuto un effetto limitato sui prezzi.

Alle stelle i prezzi di champignon e limoni
Nella regione di Rostov-on-Don, a sud, vicino al Mar Nero, i prezzi di un certo numero di prodotti è aumentato. Si tratta soprattutto di quello di funghi, pesche, limoni, kiwi, pesce, tacchino e formaggio. I prezzi dei funghi sono passati da 120 a 200 rubli al kg (da 2,40 a 4 euro). La maggior parte dei funghi viene importata dalla Polonia, cosa non più possibile ora a causa dell'embargo.

Per gli altri prodotti, ad agosto, i prezzi sono rimasti stabili, mentre per alcuni prodotti di stagione i prezzi sono leggermente diminuiti. In generale, i prezzi per gli alimenti sono aumentati del 7,8%, con un inflazione in questo periodo del 6%.

Kaliningrad individua nuovi fornitori
La regione russa di Kaliningrad è stata pesantemente colpita dal boicottaggio. La regione è circondata dall'Europa ed è quindi totalmente dipendente dalle importazioni. Dopo la notizia dell'aumento dei prezzi e l'acquisto della produzione locale da parte dei supermercati, è arrivata la prima frutta e verdura da Azerbaigian, Uzbekistan, Macedonia Bielorussia, Serbia, Argentina e Costa Rica. Inoltre, la regione si affida alla coltivazione locale e ai prodotti provenienti dalle regioni russe di Rostov e Krasnodar.

I prezzi delle patate provenienti da Gurievsky, Russia, ammontano a 11 rubli (0,22 euro) al kg. I pomodori bielorussi costano 30 rubli (0,60 euro) al kg. Le melanzane provenienti da Volgograd costano 25 rubli (0,50 euro) e le pesche dell'Azerbaigian costano 65 rubli (1,30 euro).

Yakuti investe nella coltivazione e nello stoccaggio
Nella repubblica russa di Yakuti, una grande provincia a nord-est della nazione, è stato adottato un piano quinquennale per l'industria agricola. Verranno ampliate le strutture di stoccaggio e di trasformazione dei prodotti agricoli locali. Per il 2018, le strutture di stoccaggio degli ortaggi coltivati nella regione dovranno essere operative in tutte le zone, per una produzione annua di 2.000 tonnellate di verdure e patate.

Surgelati in Russia
Secondo BusinesStat, i volumi di prodotti surgelati venduti in Russia è aumentato del 36% tra il 2009 e il 2013. Nel 2013, l volume era di 315.000 tonnellate. Per i prossimi anni, fino al 2018, è previsto che si verificherà annualmente una crescita media del 5%. Rispetto al 2013, ciò porterà ad un aumento delle vendite del 25% entro il 2018.

Nel periodo 2009-2013, il commercio al dettaglio rappresentava il 60,3% delle vendite; l'industria vendeva in media il 14,4% e la ristorazione rappresentava il restante 25,3%. Si starà a vedere se queste cifre verranno realmente raggiunte. Il mercato dei surgelati dipende in grande parte dalle importazioni (il 74% nel 2013).

L'embargo può generare una crescita per il retail russo
Il retail russo nella zona di Nizhny Novgorod, ad est di Mosca, potrebbe crescere grazie al boicottaggio. Nel 2013, la vendita al dettaglio di questa zona ha generato un fatturato di 202 miliardi di rubli (4 miliardi di euro) in generi alimentari, con una crescita dell'8% rispetto al 2012.

In tutta la Russia, la quota di generi alimentari venduta nel canale del commercio al dettaglio è stata del 25,9, vale a dire un incremento dell'8% rispetto al 2012. A luglio 2014, le catene di vendita al dettaglio hanno rappresentato il 24,1 del fatturato totale delle vendite; l'anno prima la quota era di 22,9%. Le grandi catene della zona sono X5, Spar e Seven. Il boicottaggio potrebbe realmente cambiare il mercato, dando maggior rilievo alle grandi catene a discapito dei mercati tradizionali.

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione:

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