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Espansione della coltura dei pistacchio in Spagna: un investimento a lungo termine

In molte regioni della Spagna, principalmente in quelle di Castiglia-La Mancia, Estremadura e Madrid, i pistacchi sono una coltura estensiva e ben consolidata con oltre 6.000 ettari di coltivazioni. Il futuro incerto per molte colture spagnole, la possibilità di coltivare pistacchi come complemento alle colture tradizionali (olive, cereali, mandorle o uva da tavola), e la crescente richiesta internazionale per questa frutta a guscio, oltre al prezzo ottenuto di circa 5 Euro al kg, sono alcuni dei fattori che hanno contribuito alla crescita della coltura in poco più di un decennio.

Si prevede dunque un buon futuro per le coltivazioni di pistacchio della nazione.



Alcuni dei vantaggi derivanti da questa coltura comprendono il basso rischio che le gelate danneggino gli alberi (il pistacchio fiorisce ad aprile); inoltre, il prodotto presenta una lunga conservazione e viene richiesto per molti usi, dal consumo diretto, ai rivenditori di frutta secca tostata, dai forni e dall'industria dolciaria all'elaborazione di oli per l'industria cosmetica. Sono in corso anche degli studi sul potenziale dell'uso dei pistacchi come fonte di energia.

In quanto agli aspetti negativi, ci possono essere difficoltà negli innesti, devono trascorrere anni di crescita prima che l'albero diventi produttivo e il materiale vegetale è costoso. Un albero innestato può costare dai 10 ai 12 Euro, tuttavia, molti operatori li vendono fino a 50 Euro.

Castiglia-La Mancia è la principale regione produttiva di pistacchio della Spagna, con 4.000 ettari, 300 coltivatori e 1 milione di kg raccolti a Ciudad Real (Viso del Maqués, Valdepeñas, Piedrabuena, Cózar) Albacete (Balazote e Villarrobledo) e Toledo (Los Yébenes, Mazarambroz e Orgaz), secondo i dati forniti dal Direttorato generale per l'agricoltura e l'allevamento di Castiglia-La Mancia.

Il successo della coltura si riflette nell'esistenza di due associazioni di produttori (una delle quali è SAT Pistamancha) e tre impianti di trasformazione dei pistacchi: SAT del Campo (Villacañas), SAT 378 CM Pistamanca (Tomelloso) e Horneados Vegetales S.A. (Manzanares).

Jesús Ángel Peñaranda Núñez, dei servizi tecnici delle Cooperative Agro-alimentari della Regione, ha spiegato che un numero crescente di associazioni sta optando per l'introduzione della coltura, prevalentemente per la produzione biologica, grazie all'alta redditività rispetto ai prodotti più tradizionali e per via delle carenze di frutta secca sul mercato domestico.

Secondo Faostat, la Spagna è ancora molto distante dai volumi di produzione di nazioni come Iran (300.000 tonnellate), Stati Uniti (127.000 t), Turchia, (40.000 t), Siria (39.000 t), Cina (26.000 t), Grecia (9.000 t), Italia (3.000 t), Afghanistan (3.000 t) o Tunisia (1.500 t), tuttavia è in fase di rapida crescita.

Le prime piantagioni di pistacchi di Castiglia- La Mancha hanno dai 15 ai 18 anni, sebbene il vero e proprio boom si sia verificato solo dieci anni fa, ha sottolineato José Antonio Garrido, tecnico regionale dell'organizzazione Asaja, il quale ha sottolineato che la coltura continuerà ad espandersi, anche se i coltivatori devono attendere dalle 7 alle 8 campagne prima che gli alberi comincino a produrre frutti.

Garrido ha assicurato che la varietà Kerman è diventata la più comune, visto che si adatta bene alle condizioni climatiche della regione, raggiunge buoni calibri ed ha un sapore eccellente.

I tecnici di Asaja sono convinti che la produzione spagnola non riuscirà mai a coprire tutta la richiesta (La Spagna importa oltre 12.000 tonnellate di pistacchio all'anno), e quindi la richiesta domestica sicuramente assorbirà l'intera produzione.

Da parte sua, l'Andalusia ne coltiva circa 1.000 ettari, principalmente a Granata con 150 ettari, oltre che a Siviglia, Cadice, Almeria, Cordoba e Jaen, sebbene sia previsto che questa cifra aumenti esponenzialmente nei prossimi anni.

Francisco García è il presidente dell'Associazione dei Produttori di Pistacchi dell'Andalusia, che ha dato origine alla Società di Trasformazione Agricola (SAT) "Pistacchi dell'Andalusia". Il suo ente collabora con l'Alto Consiglio di Ricerca Scientifica (CSIC), il Governo dell'Andalusia e l'Università di Granata nella ricerca di materiale genetico migliore e a costo più basso.

Sono fiduciosi di riuscire a cominciare la commercializzazione dei pistacchi nel giro di due o tre anni e stipulare contratti con i produttori di cioccolato, torrone e gelati, sebbene vi sia la necessità di un investimento di 480.000 euro in attrezzature per riuscire nell'intento.

Nel frattempo, la società catalana Foment Agrícola de Les Garrigues possiede 150 dei 350 ettari complessivi attualmente piantati nella regione e commercializza i pistacchi per consumo fresco o trasformati per l'industria dolciaria e altri prodotti alimentari. Oltrepassa i 2 milioni di euro in fatturato, in parte grazie alle esportazioni all'interno dei segmenti gourmet e delicatessen.

Secondo il suo direttore, Joan Altet, alcune delle destinazioni delle esportazioni dell'azienda comprendono Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Svizzera e Belgio. Egli dichiara: "L'attuale espansione della coltura in Spagna è inarrestabile."

Fonte: agroespana

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
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