Il Sudafrica cerca il compromesso con la UE sulla messa al bando degli agrumi
L'UE ha infatti vietato le importazioni di agrumi sudafricani a causa delle preoccupazioni per la presenza della malattia fungina della "macchia nera" (Citrus Black Spot - CBS - cfr. notizia FreshPlaza del 02/12/2013), ma ci sono avvertimenti che un divieto continuato potrebbe portare a mancati rifornimenti di merce per i consumatori europei.
Gli agrumi sudafricani costituiscono infatti una larga fetta sul totale delle importazioni di agrumi dell'Unione Europea, e la nazione africana è la principale fonte di arance per il succo che viene consumato in Gran Bretagna, Germania e Francia durante i mesi estivi; pertanto, se l'Unione dovesse mantenere il blocco alle importazioni a lungo termine, potrebbero esserci delle conseguenze anche per il consumatore europeo.
In rappresentanza dell'associazione dei produttori di agrumi del Sudafrica, Rocco Renaldi, ha sottolineato: "Nei mesi estivi potrebbero non esserci più pompelmi in Europa, considerando che il 70% del fabbisogno di agrumi estivi è coperto dal Sudafrica, così come da paesi come Brasile, Argentina e Australia, che potrebbero non essere in grado di compensare un simile deficit."
La Commissione Europea dichiara che vuole proteggere le regioni UE produttrici di agrumi dal contagio del CBS, ma i rappresentanti sudafricani a Bruxelles sospettano che gli agrumicoltori europei intendano anche approfittare della situazione come un'opportunità per aumentare la propria quota di mercato. "In particolare i produttori spagnoli hanno fatto pressione per ottenere un divieto immediato e assoluto all'import di agrumi sudafricani", ha detto Renaldi.
Nel frattempo, il Sudafrica propone una soluzione di compromesso - un divieto di importazione agli agrumi, ad esempio, potrebbe essere imposto esclusivamente per le spedizioni destinate a regioni europee produttrici di agrumi, ma non indiscriminatamente a tutto il territorio della UE.
"E' una cosa che stiamo chiedendo con forza, ma si tratta di una trattativa molto difficile a Bruxelles, dove la principale obiezione è quella che occorre preservare l'integrità di un mercato unico, nel quale non ci sono barriere tra una nazione e l'altra [in grado di bloccare la trasmissione del patogeno , NdR]. Nonostante questo, abbiamo elaborato e sottoposto una proposta", ha aggiunto Renaldi.
Nel frattempo, i produttori sudafricani devono aspettare uno studio in materia di sicurezza alimentare da parte dell'Unione Europea sull'impatto del CBS, studio atteso con ansia anche dall'industria agrumicola del Sudafrica. Lo studio dovrebbe essere reso pubblico nelle prossime settimane.
Fonte: enca.com
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