Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La propensione all'export tedesco supera il 30%, contro il 20% di quello italiano

Nomisma: l'alimentare tricolore vale meno del tedesco e del francese

Per Nomisma i conti dell'export alimentare tricolore non tornano. Secondo l'area Agricoltura e Industria Alimentare del centro studi economici bolognese non è infatti possibile che il famoso e richiesto made in Italy valga solo la metà di quello tedesco.

In particolare i ricercatori nell'illustrare il loro dubbio sostengono che i tedeschi, pur non facendo leva su una distintività analoga a quella del Made in Italy, hanno puntato su efficienza e competitività. E i risultati danno loro ragione: la propensione all'export dell'alimentare tedesco supera il 30%, contro il 20% dell'Italia, ma nei valori assoluti il divario è abissale: 55 miliardi contro 26. Anche la Francia - si precisa in una nota - supera l'Italia, con 42 miliardi. La Spagna tallona, a quota 22.

Nelle esportazioni di formaggi, per esempio, nel 2012, in Italia sono state pari a poco meno di 2 miliardi di euro, quelle tedesche hanno superato i 3,5 miliardi, ma il prezzo medio italiano all'export è risultato doppio (6,6 €/kg contro 3,1 €/kg). Nella cioccolata: 1,3 miliardi di export di prodotto italiano contro i 3,6 miliardi del tedesco, ma con un prezzo medio di 5 €/kg contro 3,8 €/kg. Lo stesso discorso vale per salumi, caffè e prodotti da forno. Solo nel caso del vino l'Italia vince su entrambi i fronti.

Per Nomisma la Germania esporta di più perché è più competitiva e non ha gap strutturali, primo fra tutti la dimensione media delle nostre aziende. Viene inoltre aggiunto che il costo industriale dell'energia elettrica, in Italia superiore del 70% alla media europeo; il costo del trasporto su gomma (sul quale viaggia il 90% delle nostre merci alimentari), superiore del 30% allo spagnolo.
Data di pubblicazione: