Una via percorribile è quella indicata dalle cooperative Apofruit e Terremerse, le quali hanno, dopo alcuni anni di studio e valutazione, appena siglato un accordo strategico nel quale, pur mantenendo le rispettive autonomie, metteranno in rete ed integreranno tra loro le aree gestionali e commerciali.
L'accordo è stato presentato ufficialmente alla stampa e ai soci in occasione di un incontro a Bagnacavallo (RA), lo scorso venerdì 29 novembre 2013. Ad illustrarne i termini, Mirco Zanotti (presidente Apofruit), Marco Casalini (presidente Terremerse), Renzo Piraccini (direttore generale Apofruit) e Gilberto Minguzzi (AD Terremerse).
Da sinistra a destra: Gilberto Minguzzi, Marco Casalini, Renzo Piraccini e Mirco Zanotti.
Dopo i saluti di Mirco Zanotti, Marco Casalini ha spiegato che l'accordo prevede una integrazione dei settori ortofrutta (Apofruit) e agroforniture (Terremerse), al fine di sviluppare le rispettive competenze, ridurre i costi, posizionarsi meglio nel mercato e creare valore a favore dei rispettivi soci.
Per quanto riguarda i settore dell'ortofrutta, l'accordo tra le due aziende prevede nello specifico:
- l'adesione di Terremerse a Mediterraneo Group, la società consortile che vede come capofila Apofruit, per la realizzazione di sinergie commerciali sul fronte dell'export e dei prodotti a marchio
- l'acquisto centralizzato dei materiali di confezionamento e dei servizi connessi (trasporti, ecc.)
- l'adozione di un modello comune di gestione dei magazzini, uniformando i sistemi informatici e il controllo dei costi
- per i produttori soci, per quanto riguarda il kiwi e i prodotti biologici, le modalità di conferimento e campionatura, i tempi di acconto e di liquidazioni saranno le stesse; per tutte le altre produzioni, comprese quelle ad uso industriale, le procedure gestionali verranno gradualmente armonizzate
- ogni cooperativa manterrà il rapporto nei confronti dei propri soci, anche se le procedure di confezionamento, acconto e pagamento verranno gradualmente armonizzate
- l'accesso per i soci di Terremerse alle novità vegetali, a diffusione regolamentata, che vedono Apofruit come partner distributore
- l'apertura di un centro di ritiro nello stabilimento Terremerse di Faenza (capacità 2.500 ton), per i soci Apofruit operanti nell'area
- l'armonizzazione dei programmi operativi delle rispettive OP di riferimento: Apofruit e Pempacorer. Dal 2015 si ipotizza di costituire una AOP tra le due OP di riferimento, aperta all'adesione anche di altre OP del settore che vogliano integrarsi commercialmente.
La sala della conferenza stampa.
- armonizzazione delle linee tecniche di difesa
- condivisione dell'impiantistica per frutticoltura e orticoltura al servizio delle agricole associate
- sinergie nell'area vivaistica
- condivisione del know-how e dell'attività di ricerca e sviluppo
- pagamento delle agroforniture in conto conferimento.
Marco Casalini.
A sua volta, direttore generale Apofruit, Renzo Piraccini, ha chiarito: "Questo accordo si colloca a metà strada tra la fusione classica e l'intesa commerciale. Il 'parto' è stato lungo, ma quello che conta è la conclusione di un percorso, non il suo punto di partenza. Secondo noi si tratta di una strada giusta e innovativa: non basta semplicemente mettere insieme fatturati e strutture per ottenere valore; prima di tutto bisogna crearlo, il valore. Ecco allora che una integrazione a rete, nella quale ottenere livelli di efficienza come se le due cooperative fossero fuse insieme ma mantenendo le nostre identità, può costituire un nuovo modello."
Un passaggio dell'intervento di Renzo Piraccini.
Le priorità indicate da Piraccini per mettere a reddito l'accordo Apofruit-Terremerse sono:
- Lo sviluppo di una politica di marca
- La segmentazione dell'offerta
- L'aumento delle esportazioni, in particolare verso i nuovi mercati asiatici e i paesi del Golfo Persico
- L'innovazione varietale
- Il biologico come scelta strategica.
Gilberto Minguzzi.
"Al contempo Terremerse, forte delle sue specifiche competenze, sarà da supporto per la fornitura di mezzi tecnici al produttore, a condizioni competitive, oltre che per la messa a disposizione dei nostri centri di saggio per le prove sperimentali di nuove colture. Portiamo in dote a questo accordo anche la nostra leadership nei servizi all'orticoltura da industria, in specie per il pomodoro."
Gilberto Minguzzi ha sottolineato le sfide che derivano dalla contrazione dei volumi prodotti, specialmente in alcune regioni come l'Emilia-Romagna, per ribadire: "Dobbiamo adeguare mezzi e strumenti agli effettivi volumi prodotti, ma non possiamo fermarci a questo. L'accordo con Apofruit intende anche sperimentare nuovi modelli organizzativi, più leggeri rispetto al passato, ma non per questo meno efficaci."
Insieme alla stampa sono stati poi approfonditi diversi aspetti cruciali, come ad esempio i ritardi infrastrutturali e logistici dell'Italia, con costi del trasporto su gomma del tutto non concorrenziali rispetto ad altri Paesi e ad altri vettori. Di qui, il conseguente beneficio economico che deriverà, tra le altre cose, dall'essere in grado di movimentare volumi adeguati a prenotare/programmare l'affitto di container per la spedizione delle merci nei momenti più opportuni in termini di tariffe e costi di nolo.