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Cia di Modena: campagne allagate e a rischio le produzioni orticole invernali con vigneti e frutteti allagati

Fa paura la pioggia battente che nelle ultime ore ha fatto ingrossare e allagato le campagne modenesi. "Sono piovuti più di 100 millimetri di pioggia in meno di 20 ore - racconta Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena - e ci sono le campagne allagate anche in aree dove normalmente l'acqua defluisce regolarmente. L'intensità è tale che i canali ed i fossi di scolo non riescono a defluire i volumi decisamente alti di acqua piovana. In una simile situazione le strutture aziendali e gli stessi fabbricati, le serre nella bassa modenese sono circondate da acqua".

La Cia rilancia l'urgenza di mettere in sicurezza il territorio, sempre più esposto a eventi climatici estremi, agendo sul problema del dissesto idrogeologico, ridando il giusto valore al presidio da parte dell'agricoltore "la cui opera di manutenzione è fondamentale, soprattutto nelle aree marginali - dice Fini - ma, stante la situazione climatica che è radicalmente cambiata, anche la pianura si dimostra sensibile a questi eventi meteorologici. Negli ultimi venti anni la superficie cementificata è raddoppiata e la capacità di assorbimento dell'acqua è di conseguenza diminuita, producendo questi fenomeni estremi. Per fortuna siamo in un periodo in cui le attività in campagna sono rallentate - conclude Fini - tuttavia i vigneti ed i frutteti sott'acqua certamente non giovano di questa situazione e se l'acqua non defluisce velocemente l'appartato radicale delle piante potrebbe soffrire."

Anche le operazioni di raccolta degli ortaggi invernali è rallentata a causa della impraticabilità dei terreni. "Tutto questo - conclude Fini - con la spada di Damocle dell'Imu, che se dovesse essere applicata a terreni e fabbricati metterebbe a rischio di chiusura numerose imprese. Basti pensare che l'onere dell'Imu sui fabbricati graverebbe come un canone d'affitto medio per, mettendo fuori gioco numero imprenditori. Ci auguriamo che il Governo si ravveda e che non tassi un bene strumentale come la terra - conclude Fini - perché equivale ad applicarla su un tornio o su un computer - oltreché sproporzionata e insopportabile economicamente".
Data di pubblicazione: