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Appuntamento a dicembre con il Consiglio dei ministri

Riforma PAC: l’Europarlamento ha dato l'ok

Ieri 20 novembre 2013, sono stati votati dall’Europarlamento i progetti di regolamento relativi ai Pagamenti diretti, allo Sviluppo rurale, all’Ocm unica, al Finanziamento, gestione e monitoraggio della Pac e alle norme transitorie per il 2014.

Per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, la votazione di ieri definisce il quadro giuridico necessario per far partire al più presto i nuovi programmi, attraverso i quali saranno destinati al settore circa 21 miliardi di euro, tra fondi comunitari e nazionali, a partire già dal prossimo 1° gennaio. La Pac nel suo complesso muoverà, nel prossimo settennato, circa 52 miliardi di euro.

"Dopo tre anni di lavoro e dopo un negoziato faticoso e complicato, siamo finalmente giunti ad approvare la nuova politica agricola comune per i prossimi sette anni." Con queste parole si è aperto ieri mattina l’intervento in plenaria di Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, a seguito del sì a larga maggioranza dell’Aula che dà di fatto il via alla riforma della politica agricola comune post 2014.

"Il voto di oggi - ha sottolineato il presidente Comagri - rappresenta un risultato importante per l’agricoltura europea e per il ruolo che la partecipazione democratica, attraverso l’impegno del Parlamento europeo, ha avuto nella definizione di una delle politiche di maggiore impatto per l’Unione. Con questa riforma siamo riusciti a dare nuova centralità al lavoro e all’impresa, abbiamo puntato sui giovani e sull’ambiente, abbiamo semplificato la parte burocratica e garantito un ruolo di responsabilità agli Stati membri. Certo, come abbiamo avuto più volte modo di ribadire, questa non è la riforma che avremmo voluto ma, grazie alle modifiche apportate, la abbiamo sostanzialmente migliorata e con la revisione del 2017, voluta fortemente dal Parlamento, continueremo a farlo."

"Il risultato raggiunto oggi - ha proseguito De Castro - è la testimonianza concreta di come la nostra istituzione non abbia rappresentato, come molti credevano, una complicazione nell’iter legislativo, bensì un valore aggiunto in termini di democrazia e di sintesi, riuscendo a dare ai 28 paesi dell'Unione una sola politica agricola capace di rispondere alle così diverse agricolture europee. Nei prossimi mesi, questo Parlamento e in particolare la Commissione Agricoltura vigileranno con attenzione sulla Commissione europea, affinché nella stesura degli atti delegati applicativi della Pac sia rispettato l'accordo politico che Consiglio e Parlamento hanno così faticosamente raggiunto. Il Parlamento europeo - ha concluso De Castro - come istituzione democraticamente eletta non si sottrarrà al ruolo di verifica dei poteri di delega che ha conquistato grazie al Trattato di Lisbona. Lo faremo con serietà e determinazione, con lo stesso spirito che ha animato tutto il team negoziale, che colgo l’occasione per ringraziare, durante questi tre anni: dare agli agricoltori e a tutti i cittadini europei una politica agricola più equa e più sostenibile, che sappia rispondere alle sfide del futuro."

Il Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos, nel suo intervento, ha sottolineato che la nuova Pac è il frutto di un inevitabile compromesso che senz’altro rafforzerà l’agricoltura UE. Il cuore della riforma, ovvero i Pagamenti diretti, secondo Ciolos risulteranno più equilibrati e mirati. Inoltre, è stata posta particolare attenzione ai giovani agricoltori, all’ambiente, alla biodiversità e alla qualità del suolo.

"L’esito positivo della votazione del Parlamento europeo, sia dell’intero pacchetto afferente la Pac che delle norme transitorie per il 2014, è una buona notizia. Questa approvazione è frutto di un lavoro intenso che è stato condotto in modo proficuo congiuntamente con la Commissione e il Parlamento europeo e che è scaturito nell’accordo che tutti insieme abbiamo raggiunto lo scorso giugno. Il passaggio successivo sarà, quindi, nel prossimo Consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Unione che si terrà a dicembre a Bruxelles, nel corso del quale saremo chiamati ad approvare ‘in prima lettura’ in modo definitivo l’accordo. Ciò consentirà agli agricoltori di avere garanzia e certezze sul prosieguo della Politica agricola comune dal primo gennaio 2014." Questo il commento del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo.

"Con il voto di oggi del Parlamento europeo la riforma della Pac è una realtà - ha fatto sapere il presidente della COPAGRI, Franco Verrascina - Continuare a disquisire su come poteva essere è un esercizio che va lasciato alle spalle, ora bisogna solo concentrarsi sull'analisi di quello che abbiamo a disposizione e vagliare l'attuazione in Italia. All'estero c'è già chi si sta muovendo in tal senso, al nostro interno siamo ancora ai blocchi di partenza, dai quali dobbiamo sganciarci rapidamente e partire con la concertazione. I tagli sono un dato di fatto, non siamo certo più alla PAC dei primi anni '80, finanziata dal 70% del bilancio di spesa UE, e contrazione c'è anche rispetto all'impianto in scadenza, ma si può fare bene. Occorre trovare la quadra che consenta di valorizzare al meglio il potenziale dell'agricoltura italiana e permettere ai nostri produttori di prendere presto confidenza con le nuove misure e cogliere le opportunità esistenti."

"Gli spazi di manovra che la nuova Pac propone agli Stati membri – ha aggiunto Verrascina - vanno vissuti dal nostro Paese come un'occasione per ridurre il gap di opportunità che da troppo tempo divide l'area mediterranea da quella continentale. Dobbiamo puntare a valorizzare al massimo chi fa dell'agricoltura il suo primo e unico obiettivo imprenditoriale, favorendo comunque anche le funzioni pubbliche e sociali del settore. La parola d'ordine resta qualità, ma occorre anche recuperare territorio e renderlo produttivo per aumentare la quantità della produzione, muovere verso il riequilibrio del saldo commerciale con l'estero e non trovarci fuori dalla competizione internazionale difronte a una domanda di cibo che raddoppierà nel giro di trent'anni. Ciò che non sarà ammissibile è il rischio, che si ripete anche quest'anno per 497 milioni di euro, di disimpegno di risorse nel II pilastro."

Infine, secondo il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso, la Pac approvata dal Parlamento europeo, di molto ridimensionata rispetto alle ipotesi formulate inizialmente, pecca di coraggio e di innovazione ed è insufficiente a rilanciare il primario del vecchio continente.

"La cifra che arriverà in sette anni dalla Ue a supporto dell'agricoltura italiana, pari a 33,4 miliardi di euro - ha spiegato Tiso – è di molto inferiore a quella prospettata inizialmente e non consentirà di affrontare nelle dovute proporzioni gli investimenti a sostegno del Green e per i giovani agricoltori."

"Nonostante le nostre già note perplessità sulla riforma – ha concluso Rocco Tiso – è ovviamente nostro auspicio che le poche risorse disponibili vengano utilizzate nei modi più opportuni; ed è per questo che chiediamo all'esecutivo di convocare quanto prima un incontro con tutte le organizzazioni di rappresentanza agricola per garantire investimenti efficaci e trasparenti."