Il Consorzio Tutela Kiwi del Garda interviene sulla problematica della moria del kiwi
Al momento, i punti evidenti sono il fatto che l'apparato radicale delle piante colpite risulta fortemente compromesso, che l'area interessata appare essere quasi esclusivamente quella dell'ovest veronese e che vi sono stati un autunno e primavera eccezionalmente piovosi (settembre 2012-maggio 2013 oltre 1100 mm).
Il Consorzio Tutela Kiwi del Garda si è fatto carico del problema finanziando un progetto, voluto e sostenuto da varie realtà locali, per individuare la causa del fenomeno e delineare una possibile strategia per affrontare e risolvere il problema.
Il presidente del Consorzio, Fausto Bertaiola, riferisce: "Si stanno vagliando diverse ipotesi con l'intenzione di valutare tutte le possibili cause: aspetto fitosanitario, aspetto agronomico, modalità di irrigazione e nutrizione delle piante, aspetto gestionale, aspetto meteorologico. Numerosi campioni di radici e terreno sono stati inviati a laboratori specializzati per una valutazione degli aspetti fitosanitari ed agronomici. L'ipotesi secondo la quale l'irrigazione a scorrimento possa essere la causa unica del problema appare difficilmente sostenibile poiché il fenomeno risulta presente anche in frutteti dove l'irrigazione avviene esclusivamente con microjet e con volumi d'acqua contenuti, sia in terreni di pianura che in collina."
"Inoltre essa non spiega i numerosi casi di piante messe a dimora questa primavera (sia in vaso che a radice nuda) dopo un'attenta preparazione del terreno e tuttavia colpite dalla moria. Rimane anche difficile spiegare perché, dopo oltre trent'anni di irrigazione a scorrimento, il fenomeno si presenta solo ora. E' molto più probabile che questo sistema di irrigazione, i cui difetti sono comunque evidenti (come indicato dal Prof. Xiloyannis in un suo intervento apparso su FreshPlaza), non sia la causa ma eventualmente un elemento aggravante un altro problema preesistente o contingente non ancora chiaro."
Dal punto di vista fitosanitario, i primi risultati delle analisi hanno evidenziato la presenza di funghi patogeni dell'apparato radicale in numerosi campioni e sono in corso ulteriori studi al fine capire il loro reale ruolo nel fenomeno.
Attualmente quindi risulta prematura qualunque spiegazione del fenomeno, anche se è indubbio ormai che anche per la coltura del kiwi molti aspetti della sua coltivazione dovranno essere ri-considerati con maggiore attenzione.