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Il parere di Primo Anselmi (Aposcaligera) e Walther Faedi (CRA-FRF)

La fragola autunnale e l'impegno della ricerca

"La fragola autunnale, come quella estiva, continua a dare poche soddisfazioni ai produttori veronesi. E' soprattutto il calo dei consumi che deprime il prezzo di vendita, come pure la forte competizione sui mercati, innanzitutto quella provocata dalle produzioni di alcuni paesi del nord Europa, Belgio e Paesi Bassi in primis". Questa la risposta di Primo Anselmi (nella foto), presidente di Aposcaligera, l'OP che associa gran parte dei fragolicoltori di Verona, a una domanda di FreshPlaza sull'andamento commerciale della fragola autunnale, estesa poi anche al dottor Walther Faedi, direttore del CRA – Unità di ricerca per la Frutticoltura di Forlì (CRA-FRF).

Anselmi ricorda le ultime difficili annate fragolicole che si sono susseguite in un'area come quella della pianura veronese, dove la coltura è quasi tutta protetta e finalizzata a produzioni autunnali e poi mantenuta per quelle primaverili. In questi ultimi anni, si sono registrati anche effetti negativi dovuti alle avverse condizioni climatiche, come le piogge intense e prolungate della primavera scorsa e anche di questo ottobre, che hanno ridotto la tenuta dei frutti dopo la raccolta e il loro grado zuccherino.



Aposcaligera è anche un'azienda produttrice di fragole nel periodo estivo con le coltivazioni fuori suolo localizzate nei monti Lessini, quasi tutte impostate sulla cultivar rifiorente Irma.

Da canto suo, Walther Faedi (nella foto) evidenzia l'importanza del rapporto di collaborazione nella ricerca instaurato quest'anno da CRA-FRF e Aposcaligera che dà continuità a un progetto di miglioramento genetico avviato nel 1995 con il determinante contributo della Provincia di Verona.

"Questo progetto – spiega Faedi - ha fornito importanti risultati per i produttori veronesi di Aposcaligera e COZ di Verona come per esempio Eva, la cultivar che qui domina lo standard varietale, ma anche Irma e, più recentemente, Garda che appare una novità molto interessante nel periodo precoce, in grado di soddisfare anche le esigenze dei produttori tedeschi".

"Questo rapporto – dice il direttore del CRA-FRF di Forlì - è un bell'esempio di forte integrazione della ricerca pubblica con il mondo produttivo privato, finalizzato a mettere a disposizione dei produttori veronesi nuove creazioni varietali in grado di vincere le competizioni in atto sul mercato globale. E' altresì encomiabile l'investimento di Aposcaligera nella ricerca genetica, pur essendo in una fase poco soddisfacente per il settore fragolicolo. Al momento, la ricerca per l'area veronese è sempre più orientata su varietà rifiorenti e su varietà unifere in grado di fornire una seconda fioritura - come Eva - a seguito di una più lunga fase di differenziazione di gemme a fiore, sia in autunno sia in primavera, sicuramente influenzata anche dal minor fabbisogno in freddo invernale delle piante".



Secondo Faedi, è possibile costituire nuovi genotipi con caratteristiche intermedie fra quelli rifiorenti e quelli uniferi. Si mira a combinare questo habitus con le migliori caratteristiche sia agronomiche sia qualitative dei frutti, oggi più richieste dal mercato. In particolare, elevati livelli di dolcezza e di consistenza sono necessari per migliorare la shelf-life dei frutti, raggiungere paesi lontani come quelli del nord e dell'est Europa e soddisfare maggiormente il gusto dei consumatori.