Coldiretti: il 100% dei pomodori italiani senza residui chimici
Un risultato ottenuto dalla grande responsabilità degli agricoltori italiani e dal sostegno del sistema di controlli più capillare ed efficiente in Europa che - sottolinea la Coldiretti - garantisce la genuinità di quello che arriva in tavola. Una attività che occorre però agevolare rendendo obbligatoria l'indicazione della provenienza in etichetta. Attualmente in Italia - denuncia la Coldiretti - l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina (dopo l'emergenza mucca pazza), pollo (dopo l'emergenza aviaria), ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l'etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi fino al concentrato di pomodoro e ai sughi pronti.
Vale la pena ricordare che secondo Coldiretti/Eurispes nella provincia di Salerno arriva il 98 per cento del concentrato di pomodoro cinese importato per essere rilavorato nelle industrie campane. Infatti il 34 per cento del pomodoro italiano da industria viene coltivato in Emilia Romagna, il 35 per cento in Puglia ed appena il 5 per cento in Campania dove peraltro ci sono due pomodori come il San Marzano e il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio che si possono fregiare del marchio europeo DOP (Denominazione di Origine Protetta) che - conclude la Coldiretti - assicura un livello aggiuntivi di controllo e di garanzia qualitativa sulla base di specifici disciplinari di produzione.