Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Il maglione vecchio? Concima il tuo orto

Lana vecchia o di scarto destinata a essere smaltita può vivere una nuova vita e trasformarsi in fertilizzante per orti, frutteti, fiori. E' l'obiettivo di "Greenwolf", progetto europeo di ricerca coordinato dall'Istituto per le macromolecole (Ismac) del Cnr di Biella, cui partecipa il Politecnico di Torino. Riportiamo un articolo dell'Almanacco Cnr.

L'iniziativa è finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del programma Life+ e mira a realizzare e sperimentare un innovativo impianto di idrolisi 'verde' capace di trasformare la lana - tanto di vecchi abiti quanto di tosa di animali destinati all'industria alimentare - in fertilizzante-ammendante organico per uso agricolo.
L'idea è ottenere un processo pulito di lavorazione, sfruttando semplicemente acqua surriscaldata; il risultato è 'lana idrolizzatà, un fertilizzante naturale che aumenta il contenuto di carbonio e la capacità di ritenere acqua del terreno senza ricorrere a composti sintetici.

"Greenwolf intende dimostrare l'efficacia di questo processo per 'riciclare' in maniera vantaggiosa lane di scarto, cascami, lana rigenerata o capi di abbigliamento a fine vita", spiega Claudio Tonin dell'Ismac-Cnr. "Oltre ai benefici in termini di sostenibilità ambientale, l'idea ha interessanti ricadute dal punto di vista economico. Secondo la normativa europea, la cosiddetta 'lana sucida' – grezza non lavata, ottenuta dopo la tosatura - è considerata un rifiuto speciale, con costi di smaltimento notevoli. L'abbandono nei campi è illegale e per questo la nostra tecnologia rappresenta un modo efficace di riciclare una biomassa migliorando anche la qualità di pascoli e terreni".

Il progetto gode di un finanziamento di un milione di euro per tre anni. Sul lungo termine, l'obiettivo è avviare un impianto pilota che possa dare vita a una vera e propria filiera, con prospettive occupazionali e di sviluppo in paesi caratterizzati da numerosi allevamenti di ovini. Partner dell'iniziativa, un'azienda meccano-tessile del biellese, la Obem: "Sono convinto che il confronto con università e ricerca sia determinante per far nascere nuove idee e mettere a punto soluzioni applicabili", ha commentato Paolo Barchietto, contitolare della società.
Data di pubblicazione: