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SeaLeaf: una coltivazione idroponica, ma realizzata in mare

Gli ex studenti del Royal College of Art and Imperial College di Londra hanno ideato SeaLeaf, un'unità idroponica, modulare e galleggiante, su cui è possibile coltivare ortaggi. Il team ha dimostrato che nelle unità può essere coltivato e raccolto lattughino 7-8 volte all'anno, mentre in agricoltura convenzionale si arriva solo a 2-3 volte.

Ad oggi esistono 18 megalopoli localizzate lungo le coste, così il team immagina una rete di "fattorie SeaLeaf" resistenti ai cambiamenti climatici e in grado di sfamare milioni di persone. In teoria, queste aziende innovative sarebbero situate ad appena un chilometro dal molo più vicino.



SeaLeaf è alimentato mediante celle solari ed è realizzato in polietilene riciclato ad alta densità (HDPE), ma è stato ispirato dai tradizionali sistemi di coltivazione su acqua del Bangladesh. Lì, infatti, gli agricoltori hanno costruito fattorie galleggianti su letti di bambù e giacinto resistenti alle inondazioni.

Poiché SeaLeaf controlla, attraverso la sua "copertura intelligente", quanto le piante siano esposte alla luce solare, il sistema può essere utilizzato a ogni latitudine, anche sotto una intensa esposizione solare.



Gli agricoltori potrebbero raccogliere quanto prodotto nelle vasche SeaLeaf attraverso una serie di passerelle appositamente progettate, simili a quelle realizzate in Bangladesh.

"L'idea è che l'intera azienda agricola si trovi lungo la costa, entro un raggio di uno o due chilometri. L'azienda sarebbe così raggiungibile con i tradizionali mezzi utilizzati per la pesca, barche o navi di piccole dimensioni, e poi, una volta raggiunta l'azienda in mare, ci si muoverebbe usando le passerelle", spiega Sirohia. "In futuro ci piacerebbe studiare metodi più rapidi di raccolta, in quanto le singole vasche oggi richiedono molto tempo", aggiunge.

Ancora più importante, i progettisti devono valutare come si comporta una simile rete di moduli galleggianti e come l'utilizzo su scala più ampia possa avere impatto sull'ecosistema marino esistente. "Stiamo cercando di avviare la seconda fase del progetto, vale a dire prendere tutti questi elementi che sono stati testati e convincere gli utenti a usarli", dice Wolzak.

"Stiamo lavorando sulla dimensione, la forma, e altri parametri di SeaLeaf", aggiunge Rasouli. "Dopo di che, siamo alla ricerca di finanziamenti e opportunità per creare una versione molto più avanzata dei moduli".

Fonte: fastcoexist.com

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: