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Il parere degli operatori italiani sulle tendenze in atto nel mercato europeo delle pere

In merito alla richiesta europea, registrata dagli operatori commerciali di Belgio e Paesi Bassi, di calibri sempre più grandi per le pere Conference (vedi notizia su FreshPlaza del 23/10/2013), FreshPlaza ha contattato Marco Salvi, numero uno dell'omonimo Gruppo e presidente di Fruitimprese, il quale ha così analizzato la situazione: "Belgio e Paesi Bassi sono sempre riusciti a commercializzare i calibri piccoli, anche inferiori al 55 citato nell'articolo in questione, verso i Paesi del nord Europa. Destinazioni in cui, peraltro, la nostra Conference è svantaggiata: viene infatti preferita quella olandese, o belga, anche se meno dolce, con livello brix molto inferiore al nostro, ma verde e molto più resistente, quindi più facile da gestire nei punti vendita."

"Il prodotto italiano al momento risente della concorrenza della pera Conference olandese e belga sul mercato scandinavo dove, sia in Svezia che in Norvegia e Finlandia, è di gran lunga la varietà più consumata. Nel Regno Unito, oltre a Conference e William, anche la pera Rocha del Portogallo risulta molto venduta e competitiva, soprattutto nel segmento del calibro piccolo confezionato in sacchetto o cestino. Inoltre, il Belgio ha finito le raccolte di Conference in forte ritardo e in questo momento fa molta pressione sui mercati. In sostanza, sui mercati del nord Europa siamo presenti marginalmente per questione di prezzo."

Salvi conferma inoltre la tendenza ad un allargamento della forbice di prezzo tra i calibri nobili (65+) e quelli piccoli (65-) per le pere Conference o William. Questa differenza, nel caso delle pere Abate si sposta a livello leggermente superiore, tra i calibri 70+ e 70-. "Sicuramente, in questi anni, la Grande distribuzione europea si è evoluta, in particolare per la pera Abate. Il sud della Francia, dove si consuma Abate, come anche la Scandinavia prediligono calibri 65-70, Italia e Germania i calibri 70-75 e 75-80, mentre il mercato russo richiede dimensioni ancora superiori, 80+."

"Raccogliere la pera Abate direttamente in due diversi imballaggi - per calibri superiori o inferiori al 65 - ci facilita il lavoro e ci permette di vendere il 55/65 soprattutto in Italia nel mercato tradizionale, direttamente in cassette di legno alla rinfusa, senza ulteriore manipolazione."

"Quindi, in Italia stiamo già applicando quel discorso di qualità suggerito dal signor Jos Creamers dell'asta ortofrutticola belga Veiling Borgloon, raccogliendo le pere Abate dal calibro 65 e le Conference dal calibro 60. In questo modo, garantiamo maggior qualità rinunciando, però, a una parte di prodotto - come dimostra la nostra resa per ettaro di 20-30 ton contro le 40-50 di Paesi Bassi e Belgio - Se anche in Belgio si iniziasse ad effettuare la stessa selezione - conclude Marco Salvi - avremmo meno quantità da collocare sul mercato, ma prodotti di migliore qualità."



A sua volta, l'export manager di una nota azienda italiana attiva nella produzione e commercializzazione di pere, commenta: "Quanto dichiarato dal signor Creamers è vero in buona parte. In annate dove il prodotto è assente, come è accaduto lo scorso anno, tutti i calibri sono ben accetti e i prezzi si differenziano molto poco. In annate di sovrapproduzione, invece, o quando il mercato è saturo - per varie ragioni come un calo dei consumi, la presenza di grandi volumi di frutta di piccola pezzatura, ma anche per la concorrenza di altri prodotti (come accaduto quest'anno con la frutta estiva, presente per un periodo straordinariamente più lungo che ha ritardato l'ingresso, la vendita e il consumo del prodotto invernale) - allora la differenza è data dai frutti di grosso calibro, più attraenti e che si differenziano dalla media. Questo il motivo della crescente richiesta di pere di calibro superiore e dei prezzi sostenuti."

"Vanno anche considerate la differenze tra paese e paese: la Russia, ad esempio, è da sempre abituata a comprare calibri grossi, forse anche in relazione al suo crescente potere d'acquisto."

"Quest'anno c'è molta presenza di prodotto medio-piccolo proveniente da tutta Europa - considera l'export manager - con il risultato più che ovvio che i paesi in crescita e con potere d'acquisto alto vadano alla ricerca del top di gamma. Ovviamente, la presenza del calibro medio-piccolo è importante e va valorizzata al meglio."


Anche il responsabile export di un'altra primaria azienda ortofrutticola si dichiara d'accordo, in linea di massima, con quanto affermato da Jos Creamers (sempre notizia su FreshPlaza del 23/10/2013).

"Trattandosi di un'asta frutticola, vivono questa situazione ancora più delle aziende che forniscono direttamente i supermercati. Già da 5-6 anni, soprattutto per le principali varietà europee - Conference, Kaiser, Abate e Decana - la domanda è orientata verso calibri sempre maggiori, sia da parte della Russia che, in generale, dall'Europa. Questo, come segnalato nell'articolo, è evidenziato dal delta di prezzo sempre più ampio nel range di calibri 55-65 e 70+. Poi va detto che ogni varietà ha la sua piccola realtà di prezzo. Solo i paesi nord africani e del Magreb richiedono ancora in maggioranza calibri 55-65, indubbiamente per questioni di convenienza di prezzo."

"Negli anni - termina il dirigente, confermando quanto illustrato da Marco Salvi - le aziende italiane si sono attrezzate sia per avere calibri maggiori, sia per effettuare raccolte diversificate fra calibri 65+ e 65- in modo da essere agevolate nella vendita e nel confezionamento."