La settimana scorsa, sono stati rilasciati i primi dati relativi ai danni causati dalle gelate avute in Cile. Secondo Andres Ramirez, direttore degli acquisti di Capespan, i danni sono diversi a seconda della zona e del prodotto coltivato.
"Serviranno ancora due settimane prima di poter determinare con chiarezza l'entità della perdita, tuttavia, posso dichiarare con sicurezza che le due giornate di gelate registrate a settembre hanno determinato una situazione catastrofica per il settore frutticolo del Cile."
Ramirez stima che il danno al settore della frutta ammonti a circa 1 miliardo di dollari e che l'area interessata dai danni sia di oltre 180.000 ettari. E' previsto, inoltre, che nei prossimi sei mesi ci sia il rischio che 150.000 persone perdano il lavoro.
"Ad essere state maggiormente colpite sono state le colture di drupacee e kiwi, con una riduzione nella produzione di susine e albicocche tra il 60 e il 65%. Alcuni coltivatori di albicocche hanno perso dal 70 all'80% della produzione. Alcune varietà di ciliegie non hanno prodotto alcun frutto e in alcune aree le perdite sono enormi."
Danni alle colture di ciliegie.
Secondo le ultime stime, le percentuali di perdita sarebbero: -56% per le ciliegie, -55% per le nettarine, -50% per le pesche, -65% per le susine, -20% per le pere, -15% per l'uva da tavola, -15% per i mirtilli, -10% per le mele e -10% per gli avocado. Complessivamente, nella stagione 2013/14, le esportazioni di frutta saranno inferiori di ben 60-70 milioni di cartoni.
Gelate
Il direttore degli acquisti ha riferito che si sono verificati due giorni di gelate in Cile. "Le gelate sono molto comuni in questo paese; infatti si verifica sempre una gelata a -1°/-2° della durata di circa un'ora. Questa volta, però, ha fatto più freddo, con temperature a -3° e per più di 5 ore ogni volta. Non si poteva fare niente. Gli esperti hanno paragonato i danni al terribile terremoto del 2010 e, visto che il danno è paragonabile, i cittadini cileni hanno definito questo evento climatico come il "terremoto bianco". Alcuni coltivatori hanno perso quasi tutto il raccolto e possono solo aspettare fino alla prossima produzione. La situazione è veramente difficile."
Danni alle viti
La settimana scorsa, Ramirez si è recato in Cile, visitando in particolare le coltivazioni di uva da tavola. "E' stato riportato che dei 105 milioni di cartoni prodotti di norma, la percentuale di perdita risulterà del 15%. Le varietà precoci come Sugraone, Flame e Thompson sono state quelle più colpite. Si è registrato un danno minore per le varietà più tardive, ma in ogni caso, la situazione differisce a seconda della zona."
Danni nello sviluppo dei vigneti.
"Ad essere colpite con maggiore intensità sono state soprattutto le zone intorno alla metropoli di Santiago. Le zone centrale e meridionale sono state le aree colpite con maggiore intensità. Si presume che la situazione non sia così tragica nella zona settentrionale, ma qui i problemi sono causati dalla grave siccità, in particolare nella zona di Ovalle, dove ci sono carenze idriche ed è presente una grande area coltivata ad agrumi e uva che potrebbe essere pesantemente compromessa da tutto questo."
"Vedremo come sarà la situazione a gennaio/febbraio; è difficile prevedere come reagirà il mercato. Speculare sui prezzi alti è una pratica comune, in specie quando ci sono delle carenze. Ancora è troppo presto per dirlo; non sappiamo ancora l'entità dei volumi che saranno disponibili e verso quali mercati verranno destinati. Potremo essere più precisi nei prossimi mesi."
Testo e traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
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