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Il resoconto del convegno conclusivo AGER Innovapero

Agricoltura chiama, Ricerca risponde: la pericoltura di qualita' si fa cosi'

Una giornata all'insegna del pero, quella di venerdì 18 ottobre 2013, che ha visto alternarsi sul palco del Centro Congressi di Ferrara Fiere i responsabili scientifici e i ricercatori degli istituti partner del progetto AGER Innovapero - le Università di Bologna, Ferrara, Firenze e Padova, il CReSO di Cuneo, la Fondazione F.lli Navarra di Ferrara e il CER Canale emiliano-romagnolo di Bologna - per illustrare gli esiti della ricerca, orientata alla sostenibilità ambientale ed economica del pero. Il progetto è stato finanziato da AGER, un'associazione formata da tredici Fondazioni Bancarie.

E sono stati proprio i risultati i protagonisti assolutidel convegno, che era rivolto a tutti gli attori della filiera del pero, dal vivaismo alla frigoconservazione.


I saluti inaugurali (Foto: Alessandro Grandini).

Dopo i saluti di apertura (nella foto sopra) da parte di Carlo Mango, AGER Agroalimentare e Ricerca, il direttore del Cso, Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, Elisa Macchi ha presentato una dettagliata analisi della situazione produttiva ed economica del comparto (vedi articolo correlato).

Le principali ricadute delle ricerche svolte sono state illustrate in tre tavole rotonde, la prima delle quali (nella foto sotto) ha riguardato la "Sostenibilità e strategie di difesa contro Maculatura bruna, Psylla e fitopatogeni del pero: sali di calcio e di sodio, molecole naturali, resistenze geniche delle piante".


I partecipanti alla prima tavola rotonda, moderata dal giornalista Riccardo Loberti (in piedi nella foto) di Agreste Tv, erano: Marina Collina, Luca Dondini e Moreno Toselli dell'Università di Bologna, Stefano Civolani della Fondazione Navarra, Edgardo Giordani dell'Università di Firenze e Gianni Sacchetti dell'Università di Ferrara. Invitato, Tiziano Galassi del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. (Foto: FreshPlaza)
 

I risultati ottenuti sono interessanti; in particolare, le acquisizioni tratte dalle prove condotte sullo sviluppo di marcatori molecolari per la selezione assistita di nuovi genotipi di pero resistenti a Stenfilium e psilla e all'uso di derivati degli scarti industriali per la difesa delle piante aprono nuove prospettive di difesa che dovranno trovare una conferma in un prosieguo delle indagini prima di poter trovare un utile impiego in una pratica frutticola. Sempre contro Maculatura bruna e Psylla è stato studiato il genoma di cultivar di pero resistenti a queste patologie, per poterne trasferire il carattere responsabile alle varietà coltivate.

La seconda tavola rotonda "Difesa dalla carpocapsa con l'uso di reti antinsetto (sistema Alt Carpo'): meccanizzazione degli impianti, sostenibilità economica e ambientale" (nella foto sotto) ha confermato la validità pratica del sistema Alt Carpo', avvalorata anche dall'esperienza pratica di un giovane imprenditore frutticolo che da alcuni anni lo sta impiegando nella sua azienda biologica. Le ricerche, focalizzate sull'automazione delle operazioni di apertura e chiusura delle reti al fine diminuire i costi della manodopera necessaria, hanno determinato la fattibilità economica di tale sistema.


La seconda tavola rotonda è stata moderata da Ilaria Vesentini, giornalista de Il Sole 24Ore. Vi hanno preso parte: Fabio Galli e Stefano Vergnani della Fondazione Navarra, Laura Asteggiano del CReSO di Cuneo, Roberto Tovo e Giacomo Zanni dell'Università di Ferrara. Invitato: Stefano Ruggeri, imprenditore agricolo di Argelato (BO). (Foto: Alessandro Grandini)


Il "pear break" preparato dagli studenti dell'istituto Vergani Navarra di Ferrara. (Foto: FreshPlaza)

La terza tavola rotonda (nella foto sotto) ha invece riguardato la "Gestione del frutteto (irrigazione, potatura, forme di allevamento, portaiinesti) e qualità dei frutti in pre- e post-raccolta". Gli studi in campo hanno indagato la gestione della risorsa acqua validando il metodo Irrinet del CER e altresì puntualizzando come la tecnica irrigua possa fare ulteriori passi avanti regolamentando la richiesta di acqua in relazione a parametri fisiologici in determinati momenti del ciclo vegeto-produttivo delle piante.

Sono stati anche illustrati i risultati relativi alla definizione dell'architettura della pianta, alla descrizione delle caratteristiche delle sostanze di riserva presenti nelle principali formazioni fruttifere (ottenendo una serie di indicazioni utili per orientare al meglio la potatura) e gli studi sulla determinazione dello stadio di maturazione dei frutti attraverso l'uso di strumentazioni non-distruttive (DA-Meter e DAFL). La prima strumentazione consente di determinare con precisione il momento più opportuno per effettuare la raccolta, mentre la seconda (DAFL) consente di monitorare l'evoluzione della maturazione in cella frigorifera, potendo così segnalare in tempo reale eventuali problemi che potrebbero insorgere nella fase post-raccolta.


La terza tavola rotonda, durante i lavori del pomeriggio. Moderati dalla giornalista Raffaella Quadretti di FreshPlaza Italia, hanno partecipato: Stefano Anconelli del Canale emiliano-romagnolo, Claudio Bonghi dell'Università di Padova, Guglielmo Costa, Luca Corelli Grappadelli, Paolo Bertolini e Federico Gagliardi dell'Università di Bologna. Invitato: Albano Bergami, vicepresidente dell'OI Pera. (Foto: Alessandro Grandini)

Davvero interessanti i risultati relativi allo studio del pre- e post-raccolta, che hanno evidenziato come una maturazione omogenea dei frutti sia l'obiettivo cui tendere, scegliendo sia le forme di allevamento che i portinnesti capaci di garantire una maturazione più uniforme. I frutti a maturazione eterogenea, infatti, complicano la scelta della strategia di conservazione da adottare, risultano di minor qualità al momento del consumo e sono più suscettibili a malattie a fisiopatie, quali il riscaldo superficiale. La stessa efficacia della molecola oggi consentita per il controllo di questa fisiopatia - l'1-MCP - è dipendente dal grado di maturazione raggiunto dai frutti. Da sottolineare come gli studi di biologia molecolare condotti sui frutti derivanti dalle diverse formazioni fruttifere o caratterizzati da un diverso grado di maturazione abbiano confermato i risultati pratici ottenuti aggiungendo un altro metodo di predizione estremamente preciso dello stadio di maturazione raggiunto dai frutti.


Damiano Rossi, Università di Ferrara, Carlo Mango, AGER Agroalimentare e Ricerca, e Guglielmo Costa, Università di Bologna. (Foto: Alessandro Grandini)

Nelle conclusioni, sono state evidenziate anche le importanti ricadute della disseminazione dei risultati, un aspetto qualificante del progetto che ha mantenuto informati in tempo reale gli imprenditori agricoli sulle visite tecniche effettuate in campo durante in triennio, sui vari progressi delle ricerche e sulle pubblicazioni dei ricercatori.

I risultati ottenuti complessivamente e la costituzione di un gruppo di ricercatori AGER Pero sono stati apprezzati dal numeroso pubblico intervenuto al convegno, dai rappresentanti delle associazioni coinvolte nella filiera e dal direttore scientifico del progetto, il dottor Claudio Mango.


Uno sguardo alla Mostra Pomologica curata dal Crpv di Cesena. (Foto: FreshPlaza)

Hanno completato la giornata una sessione poster, dove i ricercatori erano a disposizione del pubblico per domande e approfondimenti, e una mostra pomologica organizzata dal Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena.


Foto di gruppo per ricercatori e responsabili disseminazione AGER Innovapero. (Foto: Alessandro Grandini)

Per concludere, il modello di ricerca proposto dal Progetto AGER Innovapero si è mostrato vincente: ha permesso un confronto diretto tra mondo agricolo e quello della ricerca; ha prodotto risultati in parte già spendibili in campagna e suggerito valide tecniche colturali, mentre alcune tematiche di stretta attualità meriterebbero un ulteriore approfondimento. Un peccato fermarsi qui.